Caro Granzotto, ma allora diciamolo: non è vero che governare lItalia sia inutile, come disse Mussolini: è impossibile. Non solo lopposizione mette i bastoni fra le ruote alla maggioranza di governo, ma in seno alla stessa maggioranza ieri i casinisti, oggi i finisti e domani chissà agiscono da quinta colonna rendendo impossibile quella governabilità che il Paese pretende a gran voce.
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È che noi scarseggiamo di politici col senso dello Stato, disposti in talune circostanze a sacrificare parte delle proprie ambizioni di potere (e forsanche del consenso) e del proprio credo ideologico per il conseguimento del bene comune. Gente di tal fatta non la si può certo trovare tra i casinisti e i finisti, a cominciare dai rispettivi capataz. Quelli sono politici di busca, in cerca di un carico (e incarico) fra uno scalo e laltro: carrette del mare. Ma lingovernabilità non è la regola, caro Passoni, perché gli inquilini del Palazzo non si chiamano tutti Casini, Fini, Di Pietro, Bindi o Bersani, questi accecati dallantiberlusconismo, quelli da una ambizione non commisurata alle proprie capacità, ai propri meriti e al proprio equipaggiamento intellettuale. Fuori dalla mischia e dai clamori romani, cè chi governa e chi, anche di parte avversa, contribuisce al buon governo. Ne ho un esempio sottocchio: l'accordo fra il presidente della Regione Piemonte - il leghista Roberto Cota - e il sindaco di Torino - Sergio Chiamparino del Partito democratico - per la realizzazione della «Città della salute». Un complesso ospedaliero che accorpi e accresca le strutture esistenti per farne un centro di eccellenza medica, didattica e di ricerca. Un progetto in cantiere da una decina danni e mai realizzato fintanto che alla Regione sedeva la signora Bresso, eppure politicamente sodale col sindaco. Insediatosi Cota, per trovare laccordo con il Comune di Torino sono bastate alcune settimane, sebbene sia una iniziativa complessa, che tocca il nervo sensibile della Sanità e che richiede un investimento di 850 milioni. Ha pesato e contato, nella trattativa, la prevalenza dellinteresse dei cittadini e sì che in una faccenda del genere di interessi diciamo così collaterali se ne conterebbero a decine. Tutto qui. Cota resta un convinto leghista, Chiamparino un altrettanto convinto progressista, ma ciò non ha impedito loro di lavorare insieme e di raggiungere un accordo.
Badi, caro Passoni, che quello del quale stiamo parlando non è un caso isolato e infatti il Paese va avanti, checché ne scrivano i repubblicones e ne dicano gli avvoltoi del malaugurio.
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