da Milano
Linvasione dei rom si può fermare. E senza ricorrere a leggi speciali; basterebbe applicare una direttiva europea in vigore dallaprile del 2006. Ma in un anno e mezzo lItalia non lha mai usata. Resta lì, chiusa in un cassetto, dimenticata da tutti. Perché? Se lo chiede innanzitutto il vicepresidente della Commissione europea Franco Frattini, che ieri era in visita a Milano. È lui a evocare lesistenza di quella norma, durante un incontro con un gruppo di giornalisti al Palazzo delle Stelline. «Non è vero che sia impossibile espellere cittadini europei», spiega lex ministro degli Esteri italiano, ora nostro rappresentante a Bruxelles con responsabilità dei portafogli per Sicurezza, Giustizia e Immigrazione. «Esiste una direttiva molto chiara, valida per tutti i cittadini dellUnione europea e che prevede lespulsione per chiunque non possa dimostrare di avere i mezzi di sussistenza per vivere in modo dignitoso». In altri termini: chiunque venga in Italia e non sia in grado di mantenersi legalmente può essere obbligato a tornare nel proprio Paese.
«La misura è molto più efficace di quelle che prevedono lallontanamento per atti criminali, perché si basa su una valutazione oggettiva e difficilmente contestabile», spiega Frattini. A causa dei tempi lenti dei nostri Tribunali passa infatti molto tempo prima che una sentenza passi in giudicato e di solito basta un ricorso per sospendere un provvedimento di espulsione a carico di un cittadino di uno dei ventisette Paesi membri dellUnione europea. Ma quando bisogna dimostrare reddito e tenore di vita le scappatoie sono quasi inesistenti.
«Certo non si può applicare indiscriminatamente a un intero campo nomadi - spiega il numero due della Commissione - ma individualmente sì. E siccome la situazione dei rom è nota, non sarebbe complicato avviare istruttorie in serie». Tra laltro la norma vale anche per i disoccupati camuffati da turisti che si riversano da noi alla ricerca di un posto di lavoro e, soprattutto, per malavitosi di ogni risma: i boss della droga, della prostituzione, del racket degli invalidi, che vengono costretti a mendicare ai semafori e nei centri storici con lobbligo di versare il 90% delle offerte al capobastone.
Frattini è convinto che leffetto dissuasivo dellapplicazione della direttiva sarebbe enorme, «ma sarebbe necessario iniziare a sollevare qualche caso pilota», possibilmente daccordo con il Paese dorigine, nel caso dei rom la Romania, che peraltro è obbligato dal diritto comunitario ad accogliere i suoi cittadini espulsi. Ma per farlo «occorre una volontà politica, che finora è mancata». Deve essere il Viminale a dare istruzioni in tal senso alle forze di polizia. Un passo che la grande maggioranza dei cittadini - di destra e di sinistra - apprezzerebbe, ma che il governo Prodi non ha evidentemente il coraggio di prendere, nonostante linteressamento del ministro degli Interni, Giuliano Amato, che nei giorni scorsi ha incontrato il vicepresidente europeo.
Altri Paesi europei, invece, non si sono fatti pregare: la Francia, ad esempio, ha applicato da subito la norma, talvolta con disinvoltura giuridica, ad esempio espellendo centinaia di nomadi in un colpo solo. Ma a Parigi Sarkozy, che prima di diventare presidente della Repubblica è stato ministro degli Interni, fa sul serio. Il nostro presidente del Consiglio, invece, appare assai meno determinato.
«Che ne è degli impegni presi dal governo di Bucarest per arginare i flussi migratori?», chiede polemicamente Frattini.
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