L’Italia vince ma soffre con la sorpresa Portogallo

Gli azzurri risolvono nel finale una partita che sulla carta doveva essere molto più semplice. Solo tre mete per Troncon e compagni: non scatta il punto di bonus

da Parigi

Sofferenza Italia. Ci pensa Mauro Bergamasco, a otto minuti dalla fine. Una meta che chiude la pratica. Vince l'Italia (31-5), assolve il compito, ma soffre troppo per oltre un'ora contro il Portogallo, la cenerentola del mondiale. Ci salvano i calci di Bortolussi ma sul match pesano comunque gli errori di gestione e la eccessiva lentezza nella trasformazione all'esterno della manovra azzurra. Sintomi preoccupanti in prospettiva della sfida che a Saint Etienne vedrà l'Italia sfidare la Scozia per un posto nei quarti di finale. È un azzurro sbiadito, fatto soprattutto di buone intenzioni ma che al di là di un buon inizio non fa la differenza. Permette al Portogallo di crescere, arriva a subirlo, nel gioco attorno ai raggruppamenti, a volte in conquista e nella freschezza della loro ingenua lettura tattica ben controllata da Troncon e compagni.
È stata partita vera. A portare avanti gli azzurri ci pensa subito Andrea Masi che, liberato da Roland de Marigny, trova il semaforo verde per passare tra le linee dei portoghesi. È un'Italia che parte con il piede giusto. I lusitani provano a rompere la trama offensiva lavorando soprattutto attorno ai raggruppamenti. Il fallo è sistematico ma a trovare il giallo è il capitano azzurro Bortolami, costretto ad uscire. Con gli azzurri in 14, la squadra di Morais risulta più efficace in conquista ma sono gli azzurri a mantenere tra le mani il filo di un match che non dovrebbe essere particolarmente complicato da portare a casa. In conquista Parisse fa gli straordinari per compensare l'assenza di Bortolami. Bortolussi allunga con il piede. "Os Lobos" registrano la copertura e gli azzurri finiscono per faticare più del dovuto. Come portatore d'acqua, Vosawai non sfonda e l'iniziativa italiana si limita a cercare varchi sulle progressioni di Masi, Canale e Mauro Bergamasco.
I portoghesi come mastini focalizzano la loro attenzione sul portatore del pallone e probabilmente una più rapida trasformazione del gioco all'esterno potrebbe fare la differenza. Invece si va avanti a suon di calci. Alla mezz’ora Bortolussi infila tra i pali un'altra punizione. Il Portogallo ci prova poco dopo. Cardoso Pinto inventa un break tra le linee azzurre e sulla trasformazione successiva del gioco, Vasco Uva brucia all'esterno una difesa azzurra in colpevole ritardo nella copertura. L'ingresso sul terreno di Gama offre una maggiore qualità alla squadra di Morais. È lui a chiamare lo spazio e a mettere in crisi i meccanismi difensivi della squadra di Berbizier. Per fortuna ci pensa Bortolussi a dare ossigeno al tabellone con un ultimo centro tra i pali prima di andare al riposo.
Nella ripresa i lusitani riescono anche a fare del possesso la chiave di una partita che resta comunque a rischio per gli uomini di Berbizier. Per fortuna ci pensa Bortolussi a mettere ancora spazio sui portoghesi. Ma gli errori azzurri nel controllo dell'ovale e nella lettura tattica del match continuano a fare la differenza.

Poi la meta di Mauro sugli sviluppi di una prolungata rolling maul e quella di Masi, fotocopia di quella segnata proprio da Bergamasco contro il Galles nell'ultimo Sei Nazioni. Ed ora la Scozia. Con qualche dubbio in più.

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