Politica

«È l’omicidio dell’anima Le vittime hanno l’esistenza distrutta»

La sessuologa Graziottin: «È un reato che va punito duramente, purtroppo ci sono poche denunce»

Federica Artina

«È un assassinio dell’anima, e come tale va punito duramente». La professoressa Alessandra Graziottin, direttrice del centro di ginecologia e sessuologia medica San Raffaele Resmai di Milano non ha dubbi. «Le conseguenze sono terribili, a livello fisico e psicologico. Senza contare gli effetti più tragici, come un concepimento o la contrazione di malattie come l’Aids».
Professoressa, può una donna superare un simile choc?
«Cancellare una simile esperienza dalla memoria di una vittima è molto difficile, ma se sottoposta a una duplice terapia farmacologica e psicologica, che possa generare in lei un processo catartico di cancellazione delle emozioni negative, può superare il trauma».
Quanto tempo ci vuole per cancellare un simile dolore?
«Almeno un anno, anche se la situazione si aggrava quando la donna subisce la violenza per comportamenti poco attenti, oppure se è minorenne: in questi casi è molto difficile addirittura che la vittima denunci l’aggressione. Esiste un numero enorme di casi di violenza sommersa che rendono impossibile curare queste malcapitate».
Perché una donna tace?
«Per vergogna, per timore di non essere creduta, oppure perché è stata minacciata. Questo capita soprattutto nei casi di violenza su minori, e allora bisogna stare attenti ai comportamenti improvvisamente deviati, come la perdita del sonno o dell’appetito».
Come cambia, invece, la vita di una donna violentata?
«Chi subisce una violenza sessuale ha un’esistenza rovinata: la sua sessualità e la sua autostima vengono fortemente compromesse. La dignità è completamente distrutta, e la donna entra in un vortice di vissuto negativo del proprio corpo che la fa sentire un essere inferiore, indegno di recuperare una relazione stabile con l’altro sesso».
E per quanto riguarda la vita di coppia?
«La vittima di uno stupro vede la sua femminilità degradata, e a questo il suo corpo reagisce inconsciamente “chiudendo le porte” al desiderio per l’altro. La vita sessuale subisce un’effrazione: ogni rapporto provoca in lei un fortissimo dolore fisico, dovuto a spasmi vaginali involontari, che funzionano come un estremo tentativo inconscio di difesa».
Come reagiscono i partner?
«Dipende. Possono manifestare un atteggiamento di solidarietà oppure trasformare la loro iniziale comprensione in una reazione di rifiuto aggressivo del corpo della compagna, che considerano profanato».
Nel suo ultimo libro «Dolore segreto» lei parla di trauma cumulativo: che cosa si intende?
«Sebbene nella maggior parte dei casi lo stupro sia un episodio isolato nella vita di una donna, esso si ripropone nella memoria della vittima attraverso i sogni o i ricordi. Attraverso la rivisitazione del trauma subìto, è come se la donna venisse di nuovo violentata dieci, venti volte.

E allora sviluppa atteggiamenti di “iperallarme” improvvisi, che la riducono a vivere in balìa delle proprie paure».

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