L’opposizione salva lo scudo fiscale Quanti furbetti del condono a sinistra

Passa lo scudo fiscale, grazie alla sinistra. Trenta assenti provvidenziali per il governo. Ma anche per se stessi. E, beh, il sospetto c’è tutto. Questa per la sinistra sarebbe «la legge a favore dei criminali», lo «schiaffo agli onesti», l’«ennesimo immorale condono» e la stessa sinistra che fa? Se la svigna dal Parlamento, proprio al momento del voto. Si dimentica di andare a votare. Fantastico. Ma non quanto le prime giustificazioni progressiste. La più chic, come al solito, è quella di Giovanna Melandri. «L’onorevole è attualmente impegnata a Madrid per seguire, per conto del Partito Democratico e del gruppo parlamentare che aveva autorizzato la missione, i lavori del Convegno Global Progress Conference promosso dal Center of American Progress e dalla Fundacion Ideas para el progreso. Al convegno, l’Onorevole Melandri interviene in qualità di relatrice nella sessione Forging a New Progressive Politics, coordinata da John Podesta, presidente del Center of American Progress». È tutto un «progress». Mentre la Melandri se la cavava con le nuove politiche progressiste, coordinata dall’incredibile John Podesta, il suo partito contribuiva a spegnere la luce del progresso del fisco italiano. La bellezza di 29 parlamentari di opposizione ieri non si sono fatti vedere al voto contro lo scudo fiscale. E pensare che è passato per soli miseri 20 voticini. Uno sforzetto in più e lo scudo diventava di pongo e il governo si sfasciava. Ma d’altronde come resistere alla Fundacion Ideas para el progreso. Roba forte: anche la Lanzillotta e Pistilli sono stati attratti da Madrid. Molti i malati e altrettanti i non giustificati.
Della cosa potremmo anche interessarci poco. Senonché c’è un sospetto peloso che vogliamo, con qualche fondamento, alimentare: non sarà che una buona parte della sinistra, anche quella parlamentare, a parole si dice offesa e indignata, ma nei fatti usa e utilizza i condoni, le sanatorie nella stessa identica misura di tutti?
Cipolla riguardo alla stupidità degli uomini ci raccontava, a suo modo, come essa fosse una proporzione fissa: indipendentemente da rango e censo. La percentuali di stupidi insomma è pari tra i contadini e i professori universitari, tra ricchi e poveri. Riteniamo che la medesima legge si possa applicare ai condoni. La percentuale di cittadini eccitati dalla possibilità di «scudare» i propri risparmi all’estero è indifferente alle proprie convinzioni politiche. La balla, molto prodiana, di un primato morale e fiscale della sinistra, come tale deve essere considerata. Sullo scudo todos caballeros.
A Parigi, nei salotti che pensano di contare, di quella intellinghenzia italiana che lì ha trovato ristoro progressista è un consulto fiscale continuo. Altro che affittopoli. Il tema è molto semplice. La Guardia di finanza ha un elenco di 20mila italiani con case (spesso anche affittate) all’estero. Quanti di questi le hanno dichiarate nella propria dichiarazione dei redditi? Pochi, pochissimi. E per due principali ordini di motivi. Il primo è da ricercarsi nella banale sciatteria burocratico-fiscale. Da queste parti non si pensa che l’evasione sia sempre e comunque un atto consapevole: non è detto che sempre si riesca a stare appresso alla minuzia delle norme.
Ma c’è un secondo motivo: non si vuole dichiarare un acquisto che si fa con provvista equivoca. Chi compra un appartamento all’estero, c’è il caso che lo faccia con quattrini che erano già là. Ecco. Mezza Parigi italiana è là che trema. Ci sono due strade. La prima è la regolarizzazione: pago il cinque per cento e poi dall’anno dopo, cioè questo, dichiaro al Fisco. La seconda, che permette di mantenere l’anonimato vede invece la costituzione di una società di comodo con dentro la casetta e prevede la tassazione del 5 per cento delle sue quote. Soluzione più cara, ma con l’apprezzabile merito di non far emergere alcun nome.
Il Parlamento è specchio di questa Italia, quando addirittura non coincida con essa. Pensare che il voto di ieri in Aula abbia visto così tanti assenti nelle file della sinistra solo per un accidente della vita parlamentare è una favoletta.
Ognuno ha bisogno del suo particolare lavaggio di coscienza.

Il centro destra, meno ipocritamente, ci ha messo la faccia e ci ha spiegato come lo scudo sia il modo per recuperare risorse per lo sviluppo. Vedremo. L’opposizione ha fatto la faccia feroce, ma si è ben guardata di dare il colpetto necessario a buttare tutti giù per terra. Vatti a fidare di questi progressisti.

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