nostro inviato a Malpensa
«Lo sai che mio zio non passa mai il controllo al metal detector? Per forza, ha una salute di ferro». Di questi tempi a Malpensa c’è da poco da ridere anche con i comici. Eppure, per festeggiare i suoi dieci anni, sono arrivati in tanti ieri pomeriggio. In 5mila, forse anche di più tra passeggeri incuriositi, fan dello scalo (esistono anche loro) con tanto di cappellino e semplici curiosi. Collegamento tivù con Simona Ventura e Quelli che il calcio, le gags di Ballantini-Valentino, microfono a Nicola Savino (quello di Scorie su RaiDue) che accoglie rude Deborah Salvalaggio, la bellissima con un debole per i calciatori («Ne ha allenati più lei di Capello»). «Questa - mette subito le mani avanti il presidente della Sea Giuseppe Bonomi - è una festa con poca rabbia e tanto orgoglio». Ma poi mica può nascondersi dietro a un dito. E gli tocca rivelare che non bastava il «tradimento» di Alitalia, ora ci si mette pure la crisi internazionale. «Nelle prime tre settimane di ottobre - ammette - a Linate i passeggeri sono calati del 14 per cento». E lì i voli sono rimasti gli stessi. Semplicemente la gente viaggia meno e gli aeroporti finiscono in apnea. «Ma noi - assicura - guardiamo al futuro. La politica smetta di suggerire piani industriali. A quelli pensiamo noi, piuttosto ci dia gli elementi per lavorare, cioè la liberalizzazione dei diritti di traffico. Se, come ci è stato detto negli ultimi dodici mesi, la trattativa per la vendita di Alitalia fosse in conflitto con la richiesta di liberalizzare i diritti di traffico, occorre interrogarsi e quindi la politica decida qual è l’interesse prevalente del Paese. Io mi chiedo, anche se la domanda è retorica: è prevalente la vendita dell’Alitalia o il futuro del trasporto aereo? Il diritto dei cittadini a viaggiare? Per Malpensa io ho decine di interlocutori, Lufthansa è la prospettiva strategica. Già da febbraio aprirà collegamenti con le maggiori destinazioni». Duro anche l’assessore del Comune Edoardo Croci: «Malpensa è una grande risorsa per l’intero Paese. Se a contare fosse solo il mercato, questo scalo avrebbe un grande futuro. Impediamo che a entrare in gioco siano altri interessi». Dal Pirellone gli fa eco Roberto Formigoni. «La maggior parte delle richieste di volo si concentra sulla Lombardia, Cai valorizzi questo dato. E presto perché i nuovi tagli di Alitalia deprimono il valore del marchio e allontanano passeggeri». Dal primo novembre, comunque, le frequenze della compagnia tricolore passeranno da 312 settimanali a 153. E appena dodici mesi fa erano 1.238. Una vera strage, con la cancellazione della maggior parte delle destinazioni che in sei mesi sono scese da 85 ad appena 19.
Per l’assessore regionale Raffaele Cattaneo «Alitalia e Lufthansa si mettano insieme: se, invece, Cai dovesse scegliere di andarsene, Malpensa dovrà proseguire anche senza». Irrinunciabile la «necessità di liberalizzare i diritti di traffico» per aprire il mercato e sopperire al vuoto lasciato da Alitalia. Il futuro? «Non sarà nelle compagnie low cost - attacca il presidente della provincia Filippo Penati - se il governo non interviene per liberare le rotte, firmerà il certificato di morte».
Intorno la festa continua.
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