Francesco Gambaro
È un tesoro «povero», ma prezioso, quello che è stato svelato ieri dai frati cappuccini liguri durante l'inaugurazione del Museo dei Beni Culturali Cappuccini di Genova nel convento di santa Caterina Fieschi. Per la prima volta si apre al pubblico il vastissimo patrimonio di beni artistici e culturali che i frati hanno conservato nei loro conventi a partire da metà del'500: incunaboli, libri preziosi, cinquecentine, pubblicazioni su Santa Caterina da Genova. E una ventina di paliotti dal Seicento al Novecento, ovvero i capolavori «poveri» dell'arte votiva intrecciati con la paglia dalle mani degli stessi frati cappuccini.
I paliotti erano pannelli decorati posti davanti all'altare di diversi colori a seconda delle varie liturgie. La loro funzione era di ricordare ai fedeli le scadenze del calendario liturgico. Un tesoro dimenticato che i frati ora riportano alla luce dedicandovi la mostra «L'oro dei poveri. La paglia delle sovrane», a cura di Luca Temolo Dall'Igna. Uno spazio espositivo sull'arte povera cappuccina che rispecchia «l'indole popolare di noi cappuccini genovesi, attenti alla sensibilità semplice e profonda della gente di fede, prudenti nei passi da fare, coraggiosi nel proporre ancora oggi i valori cristiani della vita e nel far gustare le gioie della spiritualità francescana», per dirla con le parole di fra Vittorio Casalino, direttore del museo rimasto finora chiuso al pubblico e visitato solo da religiosi e studiosi. «Abbiamo tutte queste ricchezze storiche, artistiche e culturali. Era giusto metterle al servzio del pubblico», aggiunge fra Vittorio. Accanto ai pannelli decorati (tra i quali anche uno dipinto su cuoio da Francesco Guardi nella chiesa veneziana del Redentore), la mostra offre una selezione di oggetti e manufatti che raccontano la vita dei frati. Una vita scandita da pellegrinaggi, questue e devozioni. Ma l'oro dei poveri, come suggerisce il titolo della mostra, era anche la paglia delle sovrane. Così da strumento dei pellegrini, la paglia ben presto diventa materia prima di oggetti di lusso, come i famosi cappelli di paglia di Firenze. Uno di questi, a forma di campana, è esposto nel museo dei beni culturali inaugurato ieri.
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