La piccola sala del rinnovato Teatro Oscar che ancora e sempre inalbera la sua insegna in via Lattanzio 58, come ben sanno gli aficionados della scena milanese, ha inaugurato in ottobre la stagione con Paolo Rossi eccentrico mattatore di un multishow provocatorio e graffiante, a cominciare dal chilometrico titolo «D'ora in poi come sarebbe se fosse diverso?». Un assolo che più di un osservatore scambiò per un film di Lina Wertmuller, specialista come si sa di richiami rutilanti composti di parole, parole e ancora parole. Cui ha subito fatto seguito la prima tessera della nuova gestione (che ufficialmente prenderà il via dal prossimo mese di marzo) curata dall'infaticabile Annig Raimondi. Attrice e regista che dopo essersi fatta le ossa per anni al Teatro Arsenale dove varò, tra l'altro, uno squisito reading per immagini della «Terra desolata» di Eliot, ora intende valorizzare in modo particolare tutt'uno con un primattore di qualità come Massimo Loreto, protagonista dei più bei Goldoni del teatro italiano, quei grandi autori europei stranamente scomparsi da anni dai nostri cartelloni. Per questo motivo Annig, dopo aver ripreso in un piccolo festival dedicato alla coppia Morante-Moravia un testo assurdamente dimenticato come «Beatrice Cenci», il solo Moravia interpretato a suo tempo da Anna Proclemer e Giorgio Albertazzi, adesso annuncia per aprile dopo la ripresa di un Pirandello scomodo come «Vestire gli ignudi» diretto per Egum Teatro da Virginio Liberti e Annalisa Bianco, un interessante revival legato alla coppia per eccellenza dell'esistenzialismo. Ossia al celebre duo formato da Sartre e dal «castoro» Simone de Beauvoir. Del primo verrà infatti rappresentato «Le mani sporche», testo-chiave dell'ideologia libertaria dello scrittore, mentre della seconda vedremo la tardiva «prima» italiana del solo copione scritto per il teatro. Ovvero di quelle «Bocche inutili» che l'autrice del «Secondo sesso» identificava nella tristissima schiera degli esclusi. I vecchi, le donne i bambini abbandonati dopo la resa delle città assediate nelle mani dei vincitori e destinati ai campi di sterminio. Inoltre, a conclusione di una stagione volutamente scomoda tutta fondata sul recupero di quel teatro di qualità e d'incidenza civile da troppo tempo ingiustamente escluso dalla programmazione degli enti pubblici, l'Oscar programma «Teatro Carcere», rassegna di teatro-carcere. Volta a esplorare in personaggi-chiave vittime della violenza maschile i deplorevoli ritardi dell'autocoscienza femminile. Prima di far ritorno, nel 2010-2011, a una nuova tornata di capolavori drammatici, italiani e no, finora confinati (e dimenticati) nei polverosi scaffali delle biblioteche.
Con l'eccezione di una primizia: un famoso testo a due d'autore inglese, il cui titolo per ora non ci viene comunicato, che vedrà la Raimondi in coppia con Loreto difendere a spada tratta i sacri principi dell'arte drammatica.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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