L’Udc «arruola» due ex consiglieri Pd e abbandona il suo dirigente omosessuale

(...) «Nessuno mi ha mai chiamato neppure per una parola di sostegno umano - si lamenta Villa - Nonostante tutto quello che ho sempre fatto per il partito e al fianco dello stesso Monteleone». Queste dimissioni giungono in un momento di continuo viavai all’interno dell’Udc, che intanto incassa l’adesione di due consiglieri provinciali usciti dal Pd
Ieri pomeriggio in Provincia Alfonso Gioia e Daniele Biagioni, eletti nelle fila del Pd, hanno ufficialmente abbandonato il centrosinistra per passare all'Udc. E la maggioranza del presidente Alessandro Repetto ha così perso pezzi. Il numero uno di palazzo Spinola si è detto sorpreso e amareggiato della scelta dei consiglieri, ma ha anche spiegato che da tempo alcuni segnali, soprattutto durante i lavori delle commissioni, facevano presagire a una svolta a favore della decisione di ieri.
«Sono stupito della decisione - ha ricordato Repetto - soprattutto di quella di Biagioni che è stato recentemente fra i fondatori di una sede del pd in Valbisagno. La sostanza politica comunque non cambia, i rapporti di forza in consiglio provinciale. Anche se passano da 23 a 14 a 21 a 16 sono tali da garantire alla maggioranza di centrosinistra la forza per attuare le politiche e il programma concordato fra le nostre forze politiche e nel rispetto dell'elettorato».
«La mia non è un'uscita dal gruppo polemica - ha ribattuto Biagioni - semplicemente non mi riconosco più nelle politiche del Pd, sia a livello nazionale, sia a livello locale».
«Così come pochi mesi fa l'allora capogruppo dell'ulivo con malcelata emozione, annunciava la nascita di un nuovo soggetto politico e cioè il Pd - ha dichiarato Gioia - così io oggi nella forma ma non nella sostanza, ossia senza alcuna emozione, ma con pacatezza e serenità, comunico che insieme a Biagioni lasciamo il Pd e, insieme al consigliere Colorado, costituiamo il nuovo soggetto politico in provincia dell'Udc. Questa nuova formazione politica rompe con il passato e i fatti lo dimostrano. Saremo al centro dello schieramento politico, non inteso come punto geometrico, ma come difesa della nostra identità e della nostra storia. Attento soprattutto a fare in modo che i nostri valori, quelli del cattolicesimo moderato, non subiscano più mortificazioni».
A Gioia hanno ribattuto il capogruppo del Pd Gabriele Gronda e Alessandro Benzi dell'intergruppo della Sinistra arcobaleno. Gronda ha spiegato come le decisioni dei consiglieri transfughi abbia fatto chiarezza garantendo maggiore omogeneità alla maggioranza. Benzi ha negato l'esistenza di divisioni tra sinistra riformista e sinistra radicale che metterebbero, secondo l'opposione, a rischio l'attuazione dei programmi.
«L'abbandono del Pd da parte di Biagioni e Gioia - ha spiegato il capogruppo di Forza Italia Paolo Bianchini - è la conferma che sia nei partiti di maggioranza, sia nella stessa coalizione che sostiene il presidente Repetto, ci sono anime differenti. Molte delle quali adesso risultano spostate a sinistra, rispetto al centro». Il capogruppo dell'opposizione Renata Oliveri ha poi augurato buon lavoro ai due consiglieri dopo la difficile scelta di abbandonare la maggioranza.
Dopo il caso Biagioni-Gioia in consiglio provinciale ieri a fine assemblea Renata Oliveri ha portato alla ribalta il problema dei miasmi in Valbisagno, del fangodotto della Volpara e del depuratore di Punta Vagno. Una delegazione di cittadini ha protestato in consiglio dicendosi presi in giro dalle promesse fatte in campagna elettorale per risolvere il problema e mai mantenute.

A Oliveri ha risposto l'assessore Perfigli che ha spiegato come i finanziamenti non siano ancora sufficienti e spiegando che occorre un coordinamento fra Provincia, Regione, Comune, Stato e azienda gestore, per determinare un unico progetto su Genova. Giovedì assemblea pubblica alle Gavette.
Fabrizio Graffione

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