L’Udc sposa il Pd. Ma solo se divorzia da Vendola

RomaL’Udc in Puglia non vuole rimanere con il cerino in mano. E si rende disponibile all’opzione kamikaze: perdere con Boccia. I problemi del Partito democratico si erano già rovesciati sui centristi e Pier Ferdinando Casini teme di cadere in un’altra trappola. L’esca sarebbe lo stesso candidato in pectore Francesco Boccia. Perfetto per i centristi: è di provenienza Margherita, cattolico democratico, economista. Lontano da Nichi Vendola, esponente di punta del Pci prima e poi della sinistra radicale. Peccato che Boccia venga percepito come a forte rischio impallinatura. Potrebbe fare la stessa fine del predecessore Michele Emiliano e lasciare orfani i suoi sostenitori. Un candidato di bandiera in attesa di un approdo più gradito alla sinistra. E questo l’Udc non può accettarlo.
Ieri i vertici locali del partito hanno incontrato Casini e i colonnelli dell’Udc per studiare le prossime mosse. La soluzione temporanea di Casini consiste nel chiedere chiarezza al Pd sul nome di Boccia. «Siamo pronti a sostenerlo, ma - ha sottolineato - vogliamo capire se il Pd vuole fare la stessa cosa». Una soluzione per evitare sorprese e tranelli è quella di stringere i tempi. «Per il Pd è arrivato il tempo delle scelte e perciò chiediamo che la risposta ci venga data presto, perché la pantomima non può continuare oltre la Befana. La partita va chiusa, perché da lunedì non attenderemo altri rimpalli e si aprirà una partita diversa». Il Pd, quindi, dovrà dire subito quale è la coalizione pro Boccia. «Vendola faccia quel che vuole». Ma della compagine non ci dovranno essere i partiti dell’ultrasinistra. Dovrà essere «una coalizione che non rimanga imprigionata nei veti dell’ultrasinistra radicale», ha spiegato il segretario Lorenzo Cesa.
In sostanza, a sentire Casini, sarebbe caduta una delle condizioni che l’Udc aveva precedentemente fissato: il ritiro dalla corsa del presidente in carica. Tutto questo sapendo che, senza il pensionamento di Vendola, il centrosinistra ha pochissime possibilità di vincere.
La novità, rispetto a lunedì (quando sembrava prevalere l’ipotesi di una corsa solitaria dell’Udc) è che il leader di Italia dei Valori Antonio Di Pietro - in un’intervista al Fatto quotidiano - si è detto disponibile ad appoggiare qualunque candidato scelga il Pd per la Puglia. Compreso il presidente della giunta uscente, scossa dagli scandali della sanitopoli. Italia dei valori potrebbe appoggiarlo anche senza le primarie.
Una mossa per minare l’alleanza tra Pd e Udc, alla quale Casini risponde rimandando la palla nel campo del Pd. E costringendo Boccia a dire subito chi sono i suoi compagni di viaggio. E Vendola? «Faccia quello che vuole, non perdiamo tempo a inseguirlo nei suoi giochini, primarie e no. A noi queste cose non interessano e non dovrebbero interessare nemmeno il Pd».
Quella pugliese, per il centrosinistra, si conferma quindi una partita tutta nazionale. Il banco di prova di quel «progetto riformista» con Massimo D’Alema di cui ha parlato lo stesso Casini pochi giorni fa.
Ma è anche una partita locale. I quadri centristi della Puglia spingono per un’alleanza con il Pd, perché in molti comuni il partito è in giunta con il centrosinistra.
La linea «perdere con Boccia», non piace a tutti nell’Udc. E per questo nemmeno Casini ha escluso una «partita diversa», nel caso il Pd si impantani e torni a dividersi tra filo-Vendola e filo-Boccia. Difficile, comunque, che l’Udc scelga il centrodestra. La tentazione è semmai quella di andare da soli.
Come in Umbria. Casini domani incontrerà i vertici regionali del partito e anche il senatore Maurizio Ronconi. Tutto da vedere per il Lazio. Proprio nella regione del capoluogo, un sondaggio dell’Ipr marketing dà l’Udc all’8 per cento. Un risultato che permetterebbe ai centristi di essere l’ago della bilancia. Comunque più utili al centrosinistra che al centrodestra.
Il Pdl ha bocciato le ultime mosse di Casini. Per il ministro dei Beni culturali Sandro Bondi quella delle alleanze a macchia di leopardo «non è vera politica». Ancora più severo Raffaele Fitto, ministro per i rapporti con il Parlamento. «La posizione dell’Udc sulla situazione pugliese è velleitaria. Spera in un baleno di trasformare il Pd in un partito di sinistra moderna, addirittura blairiana, liberandolo dalla zavorra della sinistra estrema». Sfida «impossibile».

Una «vocazione da crocerossina» di Casini per una sfida che - sostiene Fitto - è inutile, perché « il partito riformista che Casini vorrebbe creare a sinistra esiste già nel centrodestra, si chiama Pdl ed è la casa naturale mai lasciata dalla gran parte degli elettori dell’Udc che, chiamati a scegliere, non voteranno mai per chi ancora oggi governa con Vendola».

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