L’Uefa non scherza: olandesi cacciati per lancio di seggiolini

I tifosi del Feyenoord puniti per i disordini nella gara contro il Nancy Due anni fa Inter cinque giornate a porte chiuse per i fumogeni

L’Uefa non scherza: olandesi cacciati per lancio di seggiolini

Il Feyenoord è fuori dalla Coppa Uefa per i suoi tifosi violenti: è la decisione presa dalla Commissione di appello della confederazione europea, dopo i violenti incidenti provocati dai tifosi della squadra olandese lo scorso 30 novembre, a Nancy, sempre in Coppa Uefa. In quell’occasione, diverse centinaia di tifosi olandesi diedero vita a incidenti prima dell’incontro con i rivali francesi, e poi dal loro settore lanciarono in campo seggiolini costringendo le forze dell’ordine a intervenire e l’arbitro a sospendere il gioco per mezzora. In origine, al Feyenoord era stata inflitta una multa di 200mila franchi svizzeri e l’obbligo di giocare due partite in casa a porte chiuse. In seconda istanza, l’Uefa ha voluto inasprire la sanzione sospendendo il club di Rotterdam per tutta la stagione in corso dalle competizioni europee, e di fatto eliminandola dalla Coppa Uefa. Il Feyenoord doveva affrontare gli inglesi del Tottenham Hotspurs, nei sedicesimi. Ora ha annunciato l’intenzione di ricorrere al tribunale arbitrale dello sport, il Tas, per una perdita economica quantificata in due milioni di euro.
Altro episodio grave, anzi gravissimo, il 23 novembre scorso a Parigi. Era terminata da poco la partita della terza giornata del girone eliminatorio di Coppa Uefa tra Paris Saint Germain e Hapoel Tel Aviv - finita per 2-4 - quando un giovane hooligan dei Boulogne Boys moriva, ucciso da un colpo di pistola sparato da un poliziotto di colore in abiti civili, che cercava di difendere un ebreo parigino, sostenitore della squadra di Tel Aviv, inseguito da centinaia di invasati che cercavano di isolarlo e bloccarlo mentre si allontanava dal Parco dei Principi. In questo caso lo stadio parigino è stato chiuso per una settimana a scopo precauzionale.
Le regole Uefa sono molto più rigide di quelle italiane. Prova ne è che tutte le squadre inglesi furono squalificate dalle coppe per cinque anni dopo la tragedia dello stadio Heysel di Bruxelles: il 29 maggio del 1985 la violenza degli hooligan provoco la morte di 39 persone (32 dei quali italiani). L’Uefa decise di non punire solo il Liverpool, ma tutta la federazione inglese, con l’esclusione dei club dalle competizioni. Le squadre d’Oltremanica tornarono a giocare in Europa solo nel 1990 e comunque non prima della presentazione da parte della Football Association di Londra di un dossier sui numeri del contrasto al fenomeno hooligan.
Anche l’Italia ha scontato la durezza delle normative Uefa. Nel 2005 l’Inter ha avuto una pesante sanzione.

Per cinque partite ha dovuto giocare a porte chiuse dopo il lancio di fumogeni durante i quarti di finale di Champions League contro il Milan. Il portere milanista, Dida, fu colpito da fumogeno: la partita fu sospesa e l’Uefa decise di avere il pugno di ferro con il club nerazzurro di Milano.

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