L’ultima ricetta contro la crisi? Abito e cravatta a ogni disoccupato

Londra Gli inglesi si sa, non hanno mai dato troppo peso all’abbigliamento. Negli uffici della City, l’unico codice da seguire è quello del colore: grigio per gli uomini, tailleur scuro per le donne, ma stile e qualità sono optional. In questi tempi di crisi però, anche l’aspetto diventa un dettaglio di cui tener conto quando ci si presenta per un colloquio di lavoro. Se n’è accorto perfino il governo, che ha stanziato finanziamenti destinati a coprire le spese extra sostenute da chi cerca una nuova occupazione. Ogni candidato potrà richiedere fino a un massimo di 300 sterline (323 euro) per acquistare quello che gli serve per ottenere un nuovo impiego. La copertura potrà riguardare il costo della trasferta, il prezzo della baby-sitter, una nuova attrezzatura professionale e anche un completo da lavoro decente: è anche un buon modo per aumentare i consumi nonostante la crisi.
I fondi governativi stanziati sono in tutto 10 milioni di sterline (quasi 11 milioni di euro) che saranno equamente distribuite nelle centinaia di centri di collocamento del Paese e cui i disoccupati potranno rivolgersi direttamente. «Siamo determinati a offrire un sostegno reale e pratico per aiutare le persone a ritornare al lavoro il prima possibile - ha spiegato il ministro del Lavoro James Purnell - e questi fondi possono contribuire a coprire le spese per quelle piccole cose che fanno la differenza quando si cerca un nuovo impiego, siano queste il rinnovo della patente di guida oppure l’acquisto di un vestito di classe per fare bella figura».
Anche l’aspetto ha la sua importanza e forse perfino i cittadini britannici si sono stufati di andare al lavoro con quei completi anti-piega in acrilico o i calzini a metà polpaccio che solo loro sanno sfoggiare con tanta noncuranza.
Per sconfiggere l’ansia da credit crunch le grandi catene di distribuzione hanno pensato di dare una mano creando linee «da ufficio» di media qualità accessibili al grande pubblico.

Ma per gli inglesi l’abito resta una divisa, come spiega il responsabile del personale di un importante gruppo industriale italiano con sede a Londra: «Ai colloqui di lavoro si presentano molto formali, ma non badano affatto alla qualità - racconta - mi è capitato di veder abbinati al vestito grigio il calzino corto viola e le scarpe con la suola di gomma grossa».

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