Emanuela Fontana
da Roma
Al ventesimo giorno della fame e della sete (Satyagraha) Marco Pannella ha telefonato a Radio Radicale e ha pregato: fatemi salvare Saddam. Il politico più gandhiano dItalia si avvia verso la quarta settimana di protesta, anche se allUnione «non gliene frega niente», pare si sia lamentato nei giorni scorsi, della sua battaglia ai limiti del ricovero che sta conducendo con altri 2mila digiunatori. Pannella sciopera perché vuole i suoi senatori a Palazzo Madama, e perché si discuta subito di amnistia. Ma nonostante il duro regime che prevede anche linterruzione dei farmaci, il leader radicale ha trovato le energie per un coup de théâtre. E questa volta sembra che nella maggioranza lo ascolteranno molto di più di quando digiuna.
Ha telefonato a Radio Radicale, come dabitudine, e ha annunciato: «Chiedo limmediato, straordinario incarico di governo con lobiettivo di salvare dallesecuzione Saddam e i suoi eventuali giustizieri».
Non gli assegnano i senatori, non ha incarichi di governo perché lui stesso ha chiarito che non muore se non ha una poltrona, ma lestate del 2006 potrebbe salutare un Pannella ambasciatore, autoproposto, ma non con molti consensi dagli alleati. Paolo Cento, sottosegretario verde allEconomia: «Liniziativa di Pannella è pienamente condivisibile e mi auguro possa essere formalmente sostenuta sia dal governo che dal Parlamento». Furio Colombo, senatore dei Ds: «Mi unisco a questa proposta, la sostengo e la sosterrò in tutti i modi». Gennaro Migliore, capogruppo Prc alla Camera: «È la via giusta». E con loro molti altri, e non solo i suoi della Rosa nel Pugno.
Pannella chiede lincarico perché ha il curriculum giusto: «Rivendico la patente capacità, più di ogni altro, di portare a termine questo obiettivo - ha chiarito alla radio -. Allora fu impedito dalla cecità europea di tutta loligarchia italiana, la soluzione dellesilio di Saddam come alternativa allo scontro militare. Per un soffio non ce la facemmo. Sono credibile anche e persino presso Saddam». Prima ancora dellex dittatore iracheno, lobbiettivo è salvare «la speranza democratica non violenta nei martoriati popoli ovunque oppressi nel mondo».
Lidea di non mandare lex dittatore iracheno alla ghigliottina in realtà è vecchia di almeno tre anni. Nel gennaio del 2003, Pannella laveva proiettata a livello nazionale e internazionale lanciando la sua proposta di un «esilio per Saddam», con un governo dellOnu per evitare il conflitto. In unintervista nei giorni del count down prima dello scoppio della guerra, aveva anche annunciato: «Sto organizzando lesilio di Saddam». Era la «terza via» per lEuroparlamento e che era piaciuta anche a Giulio Andreotti e Francesco Cossiga. Una strada che anche il Parlamento italiano con larga maggioranza aveva condiviso, con 345 sì e i no di Rifondazione e di una quarantina di parlamentari dellallora opposizione. Per Pannella fu comunque una vittoria politica.
E ora, tre anni dopo, Saddam è ancora un suo pallino, anche se la guerra è fatta e finita. Cesare Salvi (Ds), presidente della commissione Giustizia del Senato, applaude: il salvataggio di Saddam è una proposta che «deve essere avanzata in modo molto fermo. E mi sembra che Marco Pannella sia una figura che possa essere utilizzata dal governo italiano per svolgere iniziative in questo senso, e non solo limitatamente al caso Saddam».
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