«L’Unità» in sciopero contro i tagli

Il giorno più lungo del «designato» fra asili, colloqui politici e incontri con attori e registi

da Roma

Se la sinistra è in crisi, bene non se la passano neppure i suoi giornali. Cambiano i riferimenti, tra nascita del Pd e cantieri della Sinistra alternativa, e gli effetti si vedono. L’Unità è nuovamente in sciopero contro il piano industriale presentato dall’editore che l’assemblea dei giornalisti, convocata in maniera permanente, giudica «pesante e irricevibile, il cui senso complessivo è solo uno: ridurre i posti di lavoro e toccare in modo robusto la busta paga dei giornalisti».
Di segno smaccatamente politico la frattura che si è aperta invece tra Rifondazione e il suo organo d’informazione, Liberazione. A settori del partito non piace la linea aperturista della redazione e del direttore, pronti a scrivere che si può andare «oltre il Prc», come sollecitato dallo stesso presidente Bertinotti. Ieri il responsabile dell’organizzazione di Prc, Ciccio Ferrara, ha scritto una dura lettera al direttore Sansonetti per rimarcare che «la linea è chiara: il Prc non si scioglie e continuerà le sue lotte». Ferrara critica la scelta di titoli e articoli che possano «dare l’immagine di un partito indeciso, che non sa cosa sarà del suo futuro. Siamo vivi, non abbiamo alcuna intenzione di sciogliere, superare, diluire Rifondazione».

Il giornale è «libero», scrive Ferrara, ma è «sbagliato e fuorviante» far apparire il confronto come «confuso, una notte bigia dove tutti i gatti sono neri. Forse non è il giornale che deve dare l’orientamento, come si diceva una volta. Ma neanche dare disorientamento sulla linea».

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