L'addio della Toyota? Per la Ferrari è la parodia di "Dieci piccoli indiani..."

Così la Rossa, sul suo sito, ha commentato l'addio del colosso giapponese. Secondo il Cavallino non è solo colpa della crisi economica ma anche della «lotta condotta contro i grandi costruttori da chi ha gestito la F1 in questi ultimi anni». L'identikit è quello di Mosley

«Sembra una parodia di "Dieci piccoli indiani", il romanzo di Agatha Christie pubblicato per la prima volta in Inghilterra nel lontano 1939, ma la realtà è decisamente più seria». Così la Ferrari sul suo sito ufficiale dopo l'annuncio della Toyota, che lascia la F1 con effetto immediato. Il circus sta vivendo un momento critico e secondo il team di Maranello non è solo la crisi economica ad aver causato questa situazione ma anche la «lotta condotta contro i grandi costruttori automobilistici da parte di chi ha gestito la Formula 1 in questi ultimi anni».
«La Formula 1 continua a perdere pezzi importanti: in dodici mesi hanno annunciato il ritiro la Honda, la BMW, la Bridgestone e, stamattina, la Toyota», ricorda la Ferrari sul suo sito ufficiale. «In cambio, per così dire, sono arrivate la Manor, la Lotus (il nome, solo quello, perchè del team di Colin Chapman, Jim Clark e Ayrton Senna, tanto per citarne alcuni, non c'è poi molto altro), la USF1 e la Campos Meta. Dite che sia la stessa cosa, basta essere in molti seduti a tavola? Mica tanto, e poi bisognerà vedere se, l'anno prossimo in Bahrain saremo davvero così tanti sulla griglia di partenza della prima gara della stagione 2010 e quanti arriveranno alla fine dell'anno», prosegue il team di Maranello.
«La realtà è che questo continuo stillicidio di defezioni è il risultato più di una lotta condotta contro i grandi costruttori automobilistici da parte di chi ha gestito la Formula 1 in questi ultimi anni che degli effetti della crisi economica. Nel giallo della Christie il colpevole si scopre soltanto quando tutti i personaggi sono morti, uno dopo l'altro», conclude la Ferrari.

«Vogliamo aspettare che accada lo stesso oppure decidiamo di scrivere il libro della Formula 1 con un finale diverso?». Quando al nome del colpevole, benché non sia stato citato, è noto a tutti: lui, mister Max Mosley, l'ex presidente Fia reduce da un anno di battaglie contro i team storici della F1.

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