Palermo - Il mare in burrasca non arresta i barconi della speranza. Sono 600 in meno di ventiquattr'ore i migranti sbarcati sulle coste siciliane. Dopo i 240 giunti ieri sera a Lampedusa, dove la situazione è al collasso, altri due sbarchi di immigrati si sono registrati nella notte nella Sicilia orientale. Cento sono giunti a Scoglitti, nel Ragusano, dopo essere stati soccorsi dalla capitaneria di porto di Pozzallo, altri 250 a Portopalo di Capo Passero, nel Siracusano. Questi ultimi sono approdati dopo la segnalazione della presenza di un barcone diretto verso le coste siciliane.
In 350 nella notte Il gruppo aeronavale della Fiamme gialle di Messina aveva attivato il dispositivo di sorveglianza delle coste comunitarie e nazionali con l’impiego di un guardacoste della stazione navale di manovra di Messina. verso le 23, il mezzo della guardia di finanza ha avvistato il barcone a poca distanza da Portopalo di Capo Passero: un natante di 20 metri con a bordo i 200 migranti. Il guardacoste, in collaborazione con una motovedetta della capitaneria di porto, già in zona, ha scortato gli extracomunitari in porto. Successivamente sono stati affidati alle cure del personale medico prontamente allertato per poi essere trasferiti presso le strutture di prima accoglienza. I militari della guardia di finanza e i responsabili del gruppo di contrasto all’immigrazione della procura di Siracusa hanno subito avviato le attività investigative per individuare gli scafisti.
Arrestato uno scafista Un somalo di 24 anni è stato fermato dal gruppo interforze di contrasto all’immigrazione clandestina con l’accusa di essere lo scafista dell’imbarcazione. È accusato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. L’uomo, che si era mescolato ai migranti, è stato individuato con la collaborazione di alcuni dei passeggeri del barcone. Secondo quanto accertato dagli investigatori, l’imbarcazione sarebbe salpata dalla Libia e lo sbarco sarebbe stato organizzato da somali e libici.
Lampedusa al collasso "Chi pensa che io istigo a delinquere o procuro allarmi falsi, mi denunci, ci vediamo in tribunale". Lo dice il sindaco di Lampedusa, Bernardino De Rubeis, replicando alle polemiche provocate dal suo appello per avere sull’isola un presidio sanitario permanente a punta Favarolo per gli immigrati. "Io - prosegue - ho poca fiducia in alcuni politici di fama nazionale, ma tantissima fiducia nella magistratura e in particolare in quella della procura di Agrigento e di tutte le forze dell’ordine che operano nella provincia, compresa l’antimafia. Non ho nulla da nascondere e mi limito a portare avanti il mio mandato di sindaco con spirito di sacrificio e missionarietà, quello che dovrebbe esistere per tutti". Quindi la denuncia: "Questa splendida isola oggi, per volontà del governo, è diventata la Guantanamo del Mediterraneo".
Al di là della polemica De Rubeis chiede assistenza: "Io cerco di far capire che a Punta Favarolo ci vuole un presidio sanitario mobile 24 ore su 24 al fine di assistere questi nostri fratelli sventurati all’interno di una ambulanza e non a terra, con le flebo, in mezzo alla polvere, per come si è verificato oggi. L’unica mia colpa è di ragionare con un grande cuore, con una grande apertura e poca malizia".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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