Perché la legge faccia il suo corso non c'è mica bisogno di diventare pazzi. Si potrebbe riflettere sulla prurigine di tanti di noi nel correre a leggersi la notizia sulla professoressa e gli studenti, riflettere sui tanti film genere Pierino e la supplente che hanno prefigurato lo stesso scenario, riflettere, nel caso, su una professoressa di matematica che è sicuramente colpevole (sì) ma che adesso rischia sedici anni di carcere per l'accusa di aver fatto qualcosa a un ragazzo di 15 anni che intanto se ne pavoneggia con la stampa nazionale e con gli amici suoi. Riflettere su un quotidiano, La Stampa, che ieri ha messo nero su bianco il nome della professoressa in un articolo dove un magistrato intanto parlava di «allarme sociale» mentre un altro articolo, affianco, era titolato «La cercano in provincia di Campobasso», come se avessero sguinzagliato i cani. Riflettere su come erano effettivamente tanti di noi, a 15 anni, senza che ora debba essere una psicologa a spiegarcelo sui giornali. In un libro, tempo fa, appresi che un ragazzino romano di 12 anni aveva avuto un prolungato rapporto con una donna di 32: era la madre del compagno di scuola da cui andava a fare i compiti.
Forse il libro andrebbe ritirato dalle librerie, pur trattandosi dell'autobiografia di Franco Califano. Insomma, non indisponetevi se lascio l'indignazione a chi fa la fila per esprimerla, e se mi permetto di provare, per quella donna, anche un po' di pena.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.