Roma - «Sono stati momenti molto duri dal punto di vista umano, personale e familiare. Ma la parte più dura è stato il risveglio. Accanto a me c’era un giovane della mia stessa età che non ce l’ha fatta. Devo ringraziare Dio e il destino che mi è stato dato». A 13 mesi dalla notte di eccessi che lo portò sino alla camera di rianimazione Lapo Elkann ha detto di aver trovato la forza per superare i «momenti difficili grazie alla «sofferenza».
Lo ha fatto in un’intervista al Tg1 di ieri sera. Era il 10 ottobre del 2005, quando il nipote dell’avvocato Giovanni Agnelli rischiò la vita per una overdose di droga. Fu ricoverato di urgenza all’ospedale Mauriziano di Torino, dove i medici riuscirono a salvargli la vita. Furono giorni complicati: il coma, le mille voci, le insinuazioni, l’angoscia dei familiari. Uscito dal coma e poi dimesso dall’ospedale, Lapo decise di prendersi una pausa di riflessione. Volò negli Stati Uniti per andare in una clinica specializzata nella disintossicazione e per ricominciare a lavorare.
«La sofferenza mi ha aiutato a superare questi momenti - ha confessato -. Quando uno soffre si guarda dentro molto di più, capisce chi è uno realmente, soprattutto chi ha voglia di essere». Alla domanda su cosa l’abbia spinto alla trasgressione, poi, Elkann ha risposto: «La trasgressione è stata dipinta in tanti modi e maniere. Sicuramente con il tempo molte cose verranno fuori. Io ho commesso un errore - ha aggiunto - e questo errore non l’ho mai negato e non me lo sono mai nascosto. E l’errore che ho commesso è il fatto di aver consumato la mia vita a cocaina».
Allegro, estroverso, eclettico, amante della bella vita e la passione per le belle auto (andava in giro con un prototipo in vetro trasparente di Giorgetto Giugiaro), Elkann era stato l’ideatore di tutte le nuove campagne marketing dell’azienda di famiglia. È stata sua l’idea delle felpe, delle cravatte e delle borse, prodotte in tiratura limitata. Tutto con il logo della Fiat, recuperato da uno stemma della casa automobilistica degli anni Trenta e, accanto, la bandiera italiana, a indicare il legame fra il Lingotto e il Paese: il suo obiettivo è creare «un marchio simpatico, in grado di avere successo fra i giovani». La Fiat allora. Alla domanda se lascerà l’azienda automobilistica, Lapo ha risposto: «Io non ho mai lasciato la Fiat, io l’ho sempre amata - ha detto -. Le starò sempre vicino, è qualcosa che sento mia, sin da quando sono bambino e che sentirò mia tutta la vita». Parlando del nuovo progetto che si chiama Italia Independent, «si tratta - ha spiegato - di un marchio che vuole generare prodotti fuori dalla norma.
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