Il fondoschiena appartiene indiscutibilmente ad una bella signora, in uno sconcertante contrasto con la testa appoggiata sopra il corpo, altrettanto induscutibilmente quella del filosofo, pensatore ed economista Karl Marx. La copertina, replicata identica anche sul retro, è tutta qui, salvo aggiungere la rappresentazione di una falce e martello di comunista memoria. Il tutto tratteggiato in un delicato colore rosso e blù. Il titolo? Questo libro non ne ha, salvo trovare nella prima pagina, con la firma dellautore Giovanni Grasso, lesplicativa dedica (?) «Figli, nipoti, nipotini e pronipotini di Karl. Sempre loro».
Del resto più chiaro e più ermetico di così Giovanni Grasso non poteva essere, dal momento che il suo libro, libretto, libriccino, libercolo conta, oltre al formato tascabilissimo (11 centimetri per 17), la bellezza di dodici pagine, di cui effettivamente scritte solo dieci.
Eppure, contenuto a parte, questo non rappresenta una novità, perché Grasso nel suo recente passato, proprio un anno fa, ha prodotto unanaloga opera letteraria, unoperina, allora, dedicata a Genova e ai genovesi, quelli illustri naturalmente. Ma chi è Giovanni Grasso? Un artista, uno dei più grandi illustratori italiani, uno che si definisce «nato come pittore», ma che si occupa anche di incisioni antiche e che ogni tanto è colto «dalla follia di scrivere».
Genovese. pittore, nel 1975, la Olivetti gli affida lillustrazione del Piccolo Principe di Saint Exupery. Dopo il principe toccò ad Alice nel paese delle meraviglie, e da lì la favola non si è più fermata tra animali fantastici, orchi, fate e delicate immagini di bambini.
Ora ecco, improvvisa, questa valanga di ricordi a partire dallestate del 1948, giochi da ragazzi, dove però spariscono gli arcivescovi e le regine diventano infermiere. Altre date: 1950, dove pregare diventa essere «baciapile»; 1955, con lammonimento dellinsegnante: «Se ti comporti da cattolico nella vita intellettuale, raccoglierai solo dolori». Poi il 1962, il 1968 con la «riforma progressista della scuola». Nel 1975 lautore passa dallaltro lato della cattedra e fa i conti con una dimostrazioone di «libera effervescenza sessuale».
Anche lei una vera, genuina pronipotina di Karl.
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