Milano a due facce. Mentre la città piange il piccolo Giacomo, a pochi quartieri di distanza cè chi pretende di aver ragione pur avendo parcheggiato lauto sulle strisce pedonali. E pensare che furono proprio unauto in sosta (per di più consentita) e una portiera aperta di colpo a provocare lo schianto mortale del 12enne contro un tram. Lintera città per tutta la settimana è insorta in polemiche infuocate sulla sicurezza di bici e pedoni, sulla sosta selvaggia, sulle corsie riservate e le doppie file. Ma evidentemente non ha imparato a rispettare le regole per strada. O almeno, non lo hanno imparato tutti.
Limprovvido autista (già noto alle forze dellordine) che ieri ha lasciato il suv sulle strisce pedonali di via Graziano Imperatore (zona Niguarda) ha avuto perfino il coraggio di prendere a male parole la vigilessa che stava per dargli la multa. E ci è mancato poco che alzasse le mani. Alla fine si è beccato multa e denuncia (per non aver voluto mostrare i documenti e per oltraggio a pubblico ufficiale). «Un atto incivile e grave» denunciano i politici di Palazzo Marino.
Una storia di arroganza e cattiva educazione che risulta un po più amara proprio perché avviene mente in via Solari si celebrano i funerali di Giacomo Scalmani. Centinaia i milanesi presenti nella chiesa di Santa Maria del Rosario: tantissimi i giovani, tra compagni di scuola e amici delloratorio. Il parroco, don Fausto, ha deciso di aprire ai fedeli anche lauditorium delloratorio per permettere a tutti, compresi lassessore alla Mobilità Pierfrancesco Maran, e il presidente del consiglio comunale, Basilio Rizzo, di porgere lultimo saluto a Giacomo. La prima lettura della funzione è stata una pagina del profeta Geremia, la stessa che Giacomo aveva letto in oratorio poco prima di morire. «Hai dato un volto a una città spesso anonima - ha detto il parroco - città che va di fretta».
La fretta, appunto. Che prevarica anche sulla sicurezza. «Non basta emettere sanzioni - commenta lassessore alla Sicurezza Marco Granelli - è necessario ricostruire una cultura e far capire alla gente che la libertà di un individuo non può prevaricare quella degli altri. È una questione di sicurezza». Pensando allaggressione alle vigilesse a Niguarda anche lassessore alla Mobilità Pierfrancesco Maran rimane deluso e si lascia andare a un commento su Facebook: «Questa è la città che vogliamo cambiare e non basta la politica, serve che ogni cittadino faccia la sua parte, che partecipi ad un cambiamento di abitudini perché 600 auto per mille abitanti in questa cittá non ci stanno, e perché le regole stradali vanno fatte rispettare e vanno rispettate da ognuno di noi». Per ora cè solo il dolore, un dolore che ha sconvolto tutti, non solo la famiglia e gli amici di Giacomo. Il ragazzino è stato ricordato con una fotografia e con il dipinto di un angelo in bicicletta. «Ora quellangelo ha il tuo nome - ha detto don Fausto - corri con la tua bicicletta per le strade del cielo». Al termine della Messa un compagno di scuola ha letto un messaggio a nome della classe: «Ciao Giacomo, ci mancherai, ti sapremo ascoltare con il cuore».
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