L'astrattismo di Tancredi, natura e spazio in mostra

Alla Galleria Matteo Lampertico una monografica dedicata al grande artista tragicamente scomparso con opere dal 1955 al 1957 tra cui quattro inediti. Sette i capolavori della personale del 1958 a New York, realizzata grazie a Peggy Guggenheim

La galleria Matteo Lampertico Arte Antica e Moderna apre la stagione autunnale con un'importante mostra monografica dedicata all'opera di Tancredi, a cura di Nino Castagnoli e Francesco Tedeschi, dal titolo "Tancredi: natura e spazio. Opere dal 1955 al 1957".
Dopo l'antologica di Feltre, la galleria presenta - dal 21 ottobre al 23 dicembre - uno straordinario nucleo di una decina di dipinti che coprono un arco temporale tra il 1955 e il 1957, un periodo estremamente fecondo e significativo per l'artista tragicamente scomparso nel 1964.
L'evento prende in considerazione uno dei momenti cruciali della sua attività, quando l'interesse per lo "spazio" - ispirato da Fontana e dal suo Movimento Spaziale a cui l'artista aveva aderito nel 1952 - si affianca al profondo interesse per la natura che Tancredi affronta avvalendosi di un linguaggio artistico completamente astratto e sperimentale. Con il colore frantumato in un caleidoscopio di segni per esprimere un'idea di spazio infinito.
Nel gruppo delle opere esposte, spiccano quattro inediti visibili in Italia per la prima volta, oltre a tre opere che sono state presentate in anteprima a Feltre; si tratta di un nucleo di ben sette capolavori tra i protagonisti dell'importante esposizione presentata alla Saidenberg Gallery di New York nel marzo 1958: la prima e unica mostra realizzata da Tancredi negli Stati Uniti, grazie al fondamentale sostegno di Peggy Guggenheim da lui conosciuta agli inizi degli anni Cinquanta a Venezia.
Poche sono le informazioni relative alla mostra di New York cui seguì la personale alla Hanover Gallery di Londra nell'aprile dello stesso anno, ma molto si è potuto comprendere al ritrovamento di questo nucleo che non è stato menzionato neppure nel catalogo generale dell'artista edito nel 1997 da Dalai Emiliani. I sette dipinti della personale del 1958 di New York ora esposti alla galleria Lampertico sono quindi presentati per la prima volta al pubblico in una galleria privata italiana.
Di questo gruppo gli inediti in esposizione sono un olio del 1956 (Senza Titolo, cm 120x140) e un olio del 1957 (cm 100x140) a cui si affiancano due pastelli e tempera su carta, di simili dimensioni (ca. cm 73x104 cad.) entrambi del 1955.
Fra le opere già esposte a Feltre spiccano "Giardini a Venezia", un grande olio su tela di quasi due metri realizzato nel 1957 che nell'antologica appena terminata era collocato accanto al dipinto di analoghe dimensioni di proprietà del Brooklyn Museum e altre due tele: Senza Titolo del 1955 (olio su tela, cm 120x120) e Senza titolo (olio su tela, cm 130x160), privo di data ma riconducibile allo stesso periodo.
Accanto a questo nucleo straordinario, si raccolgono in mostra altre opere di altrettanta forza e qualità espressiva che nello spirito di un continuo bisogno di sperimentazione e cambiamento, lo accompagnano alla svolta verso l'Informale del 1958.
L'ammirazione della Guggenheim per l'artista lo introdusse nei più importanti ambienti artistici e collezionistici americani ed europei, contribuendo in modo significativo alla diffusione dell'opera e dello stile di Tancredi al di fuori dei confini italiani. Fondamentali furono anche le numerose e mirate donazioni di opere a musei internazionali fatte direttamente dalla collezionista americana.
Il confronto reso possibile da Peggy Guggenheim con i maestri a lui contemporanei delle avanguardie e dell'espressionismo astratto americano, facilita la creazione di una lunga e fortunata serie di opere.

«Tancredi, con la sua pittura - aveva commentato la collezionista e mecenate americana in un testo critico per una mostra dell'artista a Venezia nel 1953 - crea una nuova filosofia poetica per coloro che non posseggono né telescopi, né razzi: quanto fortunati noi che abbiamo tali cristallizzazioni da trasportarci verso altri mondi».
La mostra è accompagnata da un catalogo edito da Silvana Editoriale con testi critici in italiano e inglese di Nino Castagnoli e Francesco Tedeschi.

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