Latina corre veloce verso la disfatta del «fasciocomunismo». Questo è quanto sanciscono gli scrutini delle prime 45 sezioni (su 116) del capoluogo laziale che danno infatti in testa il candidato sindaco del centrodestra, Giovanni Di Giorgi (sostenuto dalla coalizione di centrodestra con Popolo della Libertà, Unione di Centro, La Destra, Città Nuove di Renata Polverini e una serie di liste civiche) al 52,1% - e quindi verso lelezione al primo turno - contro il 34,3% del candidato di centrosinistra Claudio Moscardelli (appoggiato da Partito democratico, Italia dei valori, Sinistra ecologia e libertà, Alleanza per lItalia, Partito Socialista ed altre liste civiche).
Ma il dato che più colpisce, in una città che ha vissuto unaccesa campagna elettorale tra i diversi schieramenti, è la sconfitta della lista di Futuro e Libertà che si è fermata a un misero 0,8%. La scelta del partito di Fini di schierarsi apertamente contro il candidato del Pdl e lannuncio che - in caso di ballottaggio - avrebbero votato il candidato del centrosinistra, evidentemente non ha premiato i futuristi: persino se gli elettori di Latina dovessero tornare alle urne tra 15 giorni, difficilmente l1% di Futuro e Libertà riuscirà a spostare gli equilibri in favore del tanto decantato progetto di «fasciocomunismo».
A Latina va in scena la disfatta del fasciocomunismo
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