«Lavoravo come una bestia ma da Soria solo insulti e calci»

Roma«Ho lavorato come una bestia, lui ha cercato di molestarmi, mi toccava, mi insultava». Di Nitish si vedono i jeans e un giubbotto grigio. È il supertestimone del caso Grinzane e non si vuol far riprendere in faccia dalla telecamera. Hemrajsing Dabeedin, dalle Mauritius, è stato fino a poco tempo fa il domestico di Giuliano Soria. Dalla sua denuncia è partita l’inchiesta che ha spalancato le casse di uno dei premi più famosi d’Italia, rivelando la pioggia di finanziamenti (superiori ai 5 milioni di euro nell’ultimo anno) che il presidente avrebbe usato in parte per fini personali.
Il Soria privato, Nitish lo racconta così alle telecamere di Studio Aperto, senza mostrare gli occhi: «Insultava anche i miei genitori, mi insultava con parolacce. Mi sono sentito schiavo. Mi ha anche picchiato. Mi ha dato calci nel sedere e schiaffi. Non l’ho denunciato prima, perché prima di tutto io sono un clandestino». Il viso di Nitish non è ancora pubblico, è lui a non volerlo: «Perché non voglio essere ripreso? Perché non voglio che questa diventi una pubblicità o una vendetta, non vorrei che un giorno uno mi dica che sto facendo pubblicità, io lo faccio per avere giustizia». Il mauriziano ha accusato il patron del Grinzane Cavour di molestie e maltrattamenti. E anche alle telecamere di Matrix lo ha ripetuto: «Ho lavorato sette giorni su sette, 24 ore su 24. Sto facendo questo perché non vorrei che un’altra persona vada lì e soffra di nuovo. Io mi fido della legge italiana, mi aiuterà la legge». Nessun domestico per ora andrà da Soria perché Soria è in carcere, accusato di molestie e malversazione di fondi pubblici.
Ma di lui ieri sera Matrix non ha trasmesso alcun filmato. Nitish le aveva riprese con il telefonino alcune scene di presunti approcci a sfondo sessuale, nel lussuoso loft torinese dove ha lavorato per quindici mesi. Tre video di vita quotidiana del maggiordomo e di Soria. Piccoli filmati precedenti la denuncia, un’astuzia di Nitish per ribellarsi al padrone. Alcuni fotogrammi già pubblicati mostrano Soria in slip e canottiera che si avvicina al suo maggiordomo. Ma la procura di Torino ha fatto sequestrare il materiale negli studi di Matrix e Studio Aperto. E la trasmissione di Canale 5 ieri sera ha rispettato la decisione: nessun filmato di Soria è andato in onda, ma solo servizi, commentati dagli ospiti in studio Vittorio Sgarbi, Luca Barbareschi, il consigliere del ministro Bondi Mario Resca, la scrittrice Cinzia Tani e il giornalista Fabrizio Rondolino. «Ci atteniamo, ma ci dispiace», ha annunciato il conduttore Alessio Vinci in apertura di puntata: «Ho visto quei filmati e molte delle frasi che avevo letto sui giornali non ci sono. Poter far vedere quelle immagini avrebbe aiutato la ricerca della verità e avrebbe reso giustizia a Giuliano Soria». Ma per ora solo la procura le ha in mano, l’ipotesi di reato per chi le rende note è la pubblicazione arbitraria di atti di un procedimento penale. Anche se il contenuto è attinente a uno dei reati per i quali Soria è in carcere, la molestia. Mediaset ricorrerà «in tutte le sedi» contro un atto «lesivo» del diritto di cronaca.

Il legale del mauriziano, Gianluca Vitale, ha precisato che i tre video non sono stati consegnati alla stampa «dal mio assistito». Nitish alle telecamere ribadisce: «Mi spiace che lui è in carcere ma voglio avere giustizia. Gli altri non l’hanno denunciato perché tutti avevano paura».

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