Lavoro, dimezzati gli incidenti mortali

Ogni giorno in Italia sono 2.500 gli incidenti che si verificano sul lavoro. Tre persone muoiono e 27 rimangono permanentemente invalide. I dati Inail confermano che nel 2007 le morti bianche sono state circa 1.200, una cifra inferiore rispetto all’anno precedente ma ancora inaccettabile. A livello locale le cose vanno un po’ meglio. Nel Lazio, da gennaio ad agosto 2008 gli incidenti sono stati 38.166 rispetto a 38.688 dello stesso periodo nel 2007, ma per fortuna solo 39 casi mortali rispetto ai 67 registrati nello stesso periodo dell’anno precedente; un dato quasi dimezzato. Questi i numeri dei quali si è discusso ieri in Campidoglio in occasione della 58ª Giornata nazionale per le vittime degli incidenti sul lavoro.
Si è aperto con una poesia di Giovanni Paolo II, «Cava di pietra», l’incontro dell’Anmil (Associazione nazionale mutilati e invalidi del lavoro) al quale hanno partecipato, tra gli altri, il ministro del lavoro Maurizio Sacconi e l’assessore alle attività produttive e al litorale Davide Bordoni, in rappresentanza del sindaco Gianni Alemanno. «È significativo essere qui nella Capitale per affrontare questo problema - ha detto Bordoni - Uno dei primi programmi per le attività produttive è stata l’idea di premiare le aziende più virtuose attraverso incentivi». Da qualche anno è attivo un osservatorio sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, un gruppo operativo 24h su 24 ed organizzato con Cpt, municipi, polizia municipale e asl. «Sono state riscontrate irregolarità nel 7% delle aziende controllate - ha spiegato l’assessore - per il 2009 abbiamo intenzione di raddoppiare i controlli sul territorio; inoltre sono stati distribuiti a tutti gli Urp dei municipi libretti e dossier informativi, tradotti in 4 lingue, sulla sicurezza nel lavoro». L’amministrazione comunale punta sulla maggiore informazione e comunicazione, argomento d’intesa anche con il presidente dell’Anmil Pietro Mercandelli che ha auspicato il consolidamento di segnali positivi riguardanti le morti bianche attraverso maggiori controlli e ispezioni, oltre a un intervento sulla formazione dei lavoratori, a partire dalla scuola. Franco Cambi, vicepresidente Cna, ha sostenuto che la sicurezza sul lavoro è un problema culturale e ha sottolineato la necessità di puntare l’obiettivo sul valore assoluto della vita e della dignità umana affinché ogni morte sul lavoro non rischi di diventare soltanto un numero in più. Renata Polverini, segretario generale Ugl, ha ricordato quanto il nostro Paese viva una condizione d’illegalità diffusa.
«Siamo quotidianamente impegnati affinché questo valore sociale sia riconosciuto - ha detto Marco Sartori, presidente dell’Inail - e ci sono grandi aspettative, oltre alla volontà di costituire un rapporto di collaborazione con Anmil, sul tema della sicurezza nel mondo del lavoro». Oreste Tofani, presidente della commissione parlamentare d’inchiesta sulle morti bianche, ha puntato l’attenzione sulla necessità di un maggiore sforzo da parte di tutti facendo rispettare le leggi e rafforzando i controlli. «È necessario mantenere viva l’attenzione sugli infortuni nel lavoro che sono diminuiti dal 1963, quando c’era una scarsa informazione che per fortuna si è evoluta con il passare degli anni - ha osservato il ministro Sacconi - ma a partire dagli anni ’90, anche con i flussi migratori, si è creato uno zoccolo duro difficile da scalfire. I dati sono diminuiti ma dobbiamo fare molto di più».

Sacconi ha ringraziato Mercandalli per aver citato il suo Libro verde sul futuro del modello sociale, «La vita buona in una società attiva», per salvaguardare lo stato sociale e tutelare ciascuna persona mantenendo alta la dimensione sociale della nostra comunità. «Siamo consapevoli del fatto che il nostro modello sociale sia messo a dura prova - ha concluso il ministro - ma, come diceva Roosevelt, dobbiamo avere paura solo di una cosa: la paura stessa».

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