Lazio Delio Rossi teme il Siena e invoca una «prova di maturità»

Sbarca il Siena del profeta Marco Giampaolo all’Olimpico e i laziali guardano con estrema diffidenza al match in programma alle 15. Il motivo? I toscani, così come vengono disposti in campo dal tecnico abruzzese che un anno fa venne avvicinato alla panchina biancoceleste come ipotesi per il dopo-Rossi sono tutto, tranne che una squadra votata alla retrocessione. Perché la disposizione tattica ideata da Giampaolo (verticalizzazioni improvvise e veloci tagli in diagonale) riescono a mettere in difficoltà qualsiasi avversario. Chiedere ai cugini romanisti (prossimi avversari, fra l’altro della Lazio), usciti stralunati e sconfitti dalla sfida disputata con i bianconeri di Siena. Delio Rossi, memore dei passi falsi d’inizio ottobre è perfettamente conscio del pericolo e, nonostante avesse la mente inevitabilmente volta al derby, ha comunque preparato al meglio la sfida. «Adesso c’è il Siena», ha spiegato, non prima d’aggiungere che «ci dobbiamo confermare perché vincere rappresenterebbe un altro segno di maturità».
Il signor Rossi (che non crede affatto a un avversario che «verrà a giocare la partita a viso aperto, né ad alzare le barricate») ha analizzato la figura dell’omologo Giampaolo («Ha molte qualità e lo sta dimostrando, è un professionista preparato») e soprattutto l’ipotesi di uno Zarate scarico: «Nessun problema, Mauro non è uno che si esalta solo se fa gol. È una punta atipica, giocando largo ad esempio è arrivato al tiro comunque molto: ha caratteristiche che non deve snaturare, sta a me dargli le giuste indicazioni». Qualche apprensione in più gliele ha regalate invece Rocchi, anche se le condizioni del giocatore sembrano migliorare: «Purtroppo ha perso i primi giorni di questa settimana per quel che concerne gli allenamenti, ma ora sta bene. Rientra da un infortunio e avrebbe bisogno di giocare, anche se devo tenere conto di tutti e di tutto». Rossi non ha solo analizzato la questione-attaccanti e a chi cercava di metterlo alle corde per lo scarno impiego di De Silvestri ha replicato: «Sono stato io a lanciarlo quando giocava ancora negli allievi. È un ragazzo che ha bruciato le tappe. Ha avuto qualche problema fisico. Troverà ancora spazio, ma in una grande squadra c’è sempre competizione e se non la sai vivere si può decidere anche di cambiare aria, fermo restando che a me non piacciono i giocatori che scappano».
Giocherà Carrizo fra i pali e davanti a lui la linea a quattro impostata sui cursori di fascia Lichtsteiner e Kolarov e i centrali Siviglia e Rozehnal; poi, nel centrocampo a cinque (tre arretrati e due a supporto dell’unica punta Zarate, visti gli acciacchi di Rocchi e la squalifica di Pandev) giostreranno Dabo, Ledesma, Meghni, Foggia e Mauri.

Inutile dirlo, l’obiettivo principale (oltre alla vittoria) sarà quello di evitare squalifiche in vista della stracittadina: ecco perché Brocchi e Radu vengono tenuti precauzionalmente in panchina. Giampaolo dovrebbe, invece, affidarsi per dieci undicesimi alla squadra che ha battuto meritatamente la Fiorentina domenica scorsa: unica eccezione la presenza di Frick.

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