Abdelaraz Khoulani, Abdoe per gli amici, è un assicuratore 38enne di origini marocchine che negli anni è riuscito a costruirsi un portafoglio clienti nel quartiere di Schilderwijk, dove risiede. I clienti sono diventati in buona parte elettori quando ha fondato il Partito dell'unità (Partij van de Eenheid), una forza politica islamica che nella primavera del 2014 si è presentata alle elezioni comunali dell'Aja ottenendo due seggi. Khoulani dovrebbe rappresentare il famoso islam moderato, rispettoso dei valori occidentali a tal punto da riconoscere le regole della democrazia.
A giugno però ha scritto sul suo profilo Facebook: «Viva l'Isis, Inshallah a Bagdad per combattere la feccia che si trova da quelle parti», auspicando, «se Dio vuole», la conquista della capitale irachena da parte dei fondamentalisti islamici. All'Aja sono piovute critiche soprattutto dall'amministrazione municipale, che ha chiesto un passo indietro e le sue scuse ufficiali. Eppure l'uomo che incontriamo nel suo ufficio in Spui Weg è tutt'altro che arrendevole o pentito.
Non le sembra di aver esagerato postando su internet espressioni piuttosto violente?
«Ho perso le staffe solo in parte. Sono abituato a guardare il lato positivo delle cose e dopo una profonda riflessione ora posso correggere il tiro. L'Isis non perseguita donne e bambini, ma solo i nemici dell'islam sunnita».
L'Isis si è macchiato dei peggiori crimini. I video trasmessi non mostrano alcun lato positivo.
«Le esecuzioni rappresentate sono nulla rispetto ai centomila sunniti sommariamente giustiziati negli anni passati. Non sto dicendo che condivido, ma interpreto il pensiero di Al Baghdadi. Per lui è come se fosse giunto il tempo della restituzione».
Come fa a ritenersi un rappresentante dell'islam moderato giustificando la vendetta?
«Ci sono molti modi per partorire una vendetta. Esiste anche un jihad interiore, dove non è necessario recarsi in Siria o in Irak a combattere. Bisogna accrescere la spiritualità studiando il Corano, dando un senso alla propria esistenza».
Fino a diventare, come invoca Al Baghdadi, lupi solitari?
«Quelli sono gli errori partoriti dal sistema occidentale. Prendete il caso di Copenhagen, non c'era alcuna mano jihadista, ma solo la follia di un individuo rancoroso verso la società».
Perché i musulmani olandesi dovrebbero votarla?
«L'hanno già fatto. Dopo l'11 settembre molto è cambiato nel mondo. Questi cambiamenti sono diventati la motivazione a impegnarsi nella comunità musulmana. La gente sa che lavoro per il cambiamento e per una condizione migliore dei musulmani in Olanda».
Sono 140 i ragazzi partiti da Schilderwijk per la Siria o l'Irak. Anche quella è jihad interiore?
«Io parlo alla gente, ai giovani. Non posso farlo ai loro cuori. E poi preferisco lasciare da parte le questioni internazionali. Non ho mai plagiato nessuno».
E allora torniamo in
Olanda, quali sono i progetti del suo movimento?«In cinque anni di amministrazione spero che il partito si rafforzi sulla base islamica, fino a diventare un riferimento determinante nelle scelte politiche dell'Aja».
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