Lee Konitz e Steve Swallow: ecco la rinascita del cool bop

A metà della sua stagione,l’Aperitivo in concerto di Milano ha ospitato nelle matinée al Teatro Manzoni (con replica serale all’Auditorium) due interessanti rivisitazioni creative del cool jazz degli anni Quaranta, o meglio del cool bop secondo la definizione proposta da Leonard Bernstein. È accaduto nel volgere di una settimana, prima con il Nuovo Nonetto del quasi ottantenne Lee Konitz che di quello stile fu esponente illustre, e poi con il Sestetto di Steve Swallow. In realtà, nell’uno e nell’altro caso il vero protagonista è stato il giovane sax tenore Ohad Talmor, autore di tutti gli arrangiamenti. Fin dalle prime note del Nonetto di Konitz, si è percepito il recupero del linguaggio jazzy ovattato e sommesso che per pochi anni, dal 1946 in poi, fece uso di un vocabolario musicale ricercato e prezioso. Non si trattava di un omaggio a Konitz, perché la stessa musica si è udita con Swallow che con il cool bop non c’entra per nulla.

Nei due teatri hanno vagato le grandi ombre di Lennie Tristano, Woody Herman, Boyd Raeburn, Charles Mingus anni Cinquanta e di certo Stan Kenton «moderato»: un po’ di déjà entendu, certo, ma nessuno se n’è dispiaciuto. Tanto più che uno spettacolo nello spettacolo è stato il suono meraviglioso, anzi unico, del basso elettrico di Swallow.

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