«La Lega vuol portare il Tesoro a Milano»

La Lega vuol portare il Tesoro a Milano. Quello con la «t» maiuscola, il ministero dell’Economia. O, in subordine, il dicastero delle Attività produttive. «Ancora domenica a Venezia alla festa dei popoli padani - racconta il vicepresidente leghista della Regione Andrea Gibelli - il ministro Umberto Bossi ha ribadito che è inevitabile accompagnare e rilanciare il federalismo imminente con il progetto di decentrare i ministeri». Costituire la «capitale reticolare», dicono in via Bellerio. Il che significa togliere a Roma il privilegio di ospitare i luoghi nevralgici del governo. E l’attimo, spiega Gibelli, è uno di quelli da non perdere. Bossi su questo ha dato direttive ben precise. Sull’onda dell’attualità, che per la Lega significa federalismo fiscale, lo spostamento dei ministeri diventa «il completamento più naturale della nostra rivoluzione». Chiaro che la Lombardia, fa un passo avanti Gibelli, «è il luogo di vocazione naturale per ospitare uno dei due ministeri economici». Quando? Nessuno strappo, anche se la richiesta di Bossi è, come sempre, piuttosto decisa. «Quando tempi e modalità delle leggi nazionali lo stabiliranno». Il motivo della scelta, Economia o Attività produttive, sarebbe nei numeri. «Schiaccianti quelli che mettono la Lombardia al ventinovesimo posto tra le economie del mondo. Evidente la convenienza, per l’intero Paese, di un avvicinamento che favorirebbe le imprese con i fatti e non a parole». Una scelta già anticipata, ricorda sempre Gibelli, dalla richiesta di spostare a Milano la Simest, la società partecipata al 76 per cento dal ministero dello Sviluppo economico che assiste le imprese italiane quando investono all’estero. Ma anche dalla proposta di legge per trasferire a Milano la sede della Consob.
Un attivismo che fa preoccupare i palazzi romani. «L’idea di Bossi che vuol spostare i ministeri al Nord - ha sbottatto ieri Nicola Zingaretti, presidente della Provincia di Roma e uomo forte del Pd - non è affatto una boutade, essendo il leader della Lega l’uomo forte di questo Governo. Se poi consideriamo anche l’insistenza degli esponenti della Lega, è plausibile pensare che qualcosa già stia bollendo in pentola. E che prima o poi dalla teoria si passi ai fatti». Gibelli assicura che la Lega «è pronta a raccogliere la sfida». Che «bisogna cominciare a pensare con una logica nuova, coinvolgendo i territori ai massimi livelli». I soliti litigi di campanile con Roma? «No. Non credo che solo perché ci si chiami Roma si possa contare su un tutolo di credito incondizionato. E per sempre». Vecchie polemiche in cui la Lega rischia di rimanere impigliata? «Nemmeno. A rispondere è la storia, lo Stato Sabaudo è stato uno dei più efficienti in Europa. E la stratificazione romana ha portato all’eccesso opposto. Questo è sotto gli occhi di tutti». Vizi e stravizi della pubblica amministrazione, solita filastrocca leghista.

«C’è macchina pubblica e macchina pubblica - ribatte Gibelli - Quella lombarda ha dimostrato la sua eccellenza. Il suo non cadere nella deleteria burocratizzazione, nell’inefficienza. Il nostro miglior biglietto da visita. È la storia a dire che i ministeri devono spostarsi da Roma».

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