Legge antifumo, crolla il consumo di sigarette

Presto «bionde» vietate anche in alcuni settori degli stadi

da Milano

Il numero dei fumatori diminuisce e crolla il consumo di sigarette. I tabaccai ne vendono il 10,5% in meno rispetto all’anno scorso. A un anno dall'entrata in vigore del divieto di fumo, un consumatore medio compra 2,5 pacchetti in meno al mese con una riduzione di ricavo in media di circa 217 euro per ciascun esercizio e una perdita per l'erario di 94,3 milioni di euro.
Casinò, sale Bingo e pub costretti a stringere la cinghia, tabaccai in crisi. Il fatturato delle tre categorie di pubblici esercizi, nell'ultimo anno, è infatti diminuito di circa il 10% e la «colpa», affermano i gestori, è da imputarsi alla legge che lo scorso 10 gennaio ha introdotto il divieto generalizzato di fumo in Italia. A dieci giorni dal primo «compleanno» della legge anti-fumo, il direttore generale della Fipe-Confcommercio, Edi Sommariva, traccia un bilancio della sua applicazione: «Se per alcune tipologie di locali ha determinato effetti economici pesanti - ha affermato - l'impatto generale è stato comunque positivo e ormai assorbito dal settore». «L’impatto che la legge ha avuto sul mondo dei locali di ristorazione e intrattenimento - ha sottolineato Sommariva - è stato in generale positivo e non si sono registrati particolari contraccolpi. Anche tra i clienti - ha aggiunto - il divieto di fumo nei locali è ormai accettato e non fumare è divenuto un comportamento diffuso e naturale». Insomma, l’impatto sembra essere stato assorbito senza traumi particolari, una volta scongiurato, grazie alla sentenza del Tar dello scorso giugno, il tanto contestato ruolo da «sceriffo» per i gestori che, in base alla legge, avrebbero dovuto denunciare gli avventori irrispettosi del divieto di accendere le sigarette. L’off-limits alle «bionde» è, dunque, ormai generalizzato anche se, ha aggiunto Sommariva, solo l'1% dei locali è riuscito ad attrezzare due sale distinte per fumatori e non fumatori: «Troppo costosi gli impianti di aerazione necessari».
C’è tuttavia una minoranza di gestori per i quali il bilancio di un anno di legge si chiude col segno negativo: si tratta dei responsabili dei 4 casinò e delle circa 180 sale Bingo italiane, su un totale di circa 240mila esercizi tra bar, ristoranti e locali di intrattenimento. Questi esercizi, ha spiegato il direttore generale Fipe, «hanno visto diminuire il loro fatturato del 5-10% rispetto all'anno precedente».
Tempi duri anche per i pub: hanno registrato una flessione del 5% della clientela, sempre per lo stesso motivo. Il compleanno della legge anti-fumo sarà comunque festeggiato con un «regalo» per la salute: secondo le ultime stime della Lega italiana per la lotta ai tumori, si sono infatti ridotti del 5% i fumatori italiani. Una riduzione mai così ampia, visto che da anni i fumatori erano 15 milioni.
L'intenzione del legislatore è ora continuare su questa strada: il prossimo anno scatterà infatti l'operazione no smoking anche negli stadi, dove alcuni settori, è stato annunciato, rimarranno vietati ai fumatori. Intanto, da più parti fioccano gli elogi all'Italia: sia la stampa, sia istituzioni politiche e scientifiche di diversi Paesi esteri hanno spesso citato la nostra normativa quale esempio di efficace intervento di salute pubblica a fronte di una delle emergenze sanitarie più rilevanti degli ultimi anni. L’ultimo esempio, dello scorso ottobre, viene dal quotidiano Seattle Times: cita in particolare le città dell’Italia centrale come luoghi in cui i visitatori potevano dormire, bere e mangiare in ambienti impregnati dall'odore di fumo.

Ma dopo solo pochi mesi dall'applicazione del divieto di fumo, afferma la testata, «gli stessi luoghi sono profondamente mutati ed è cambiata l'intera immagine dell'Italia, perché la legge è rispettata non solo nei bar e nei ristoranti ma dappertutto, nei luoghi pubblici come nei luoghi di lavoro».

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