Legge elettorale: Margherita e Ds soli contro tutti

Roma. L’Ulivo accelera, ma il resto dell’Unione si mette di traverso. Giornata «calda» ieri sul fronte della riforma della legge elettorale. Romano Prodi, in mattinata, ha partecipato ad un vertice ulivista con Piero Fassino e Francesco Rutelli al Senato. Presente, tra gli altri, Enzo Bianco, presidente della prima commissione di palazzo Madama dove giovedì prossimo è in caledario la relazione dello stesso Bianco sul Ddl di riforma.
È stata Anna Finocchiaro a spiegare il «piano» dell’Ulivo: «Nella riunione abbiamo ribadito la nostra preferenza per un sistema maggioritario a doppio turno alla francese, che si accompagni alla riduzione del numero dei parlamentari e alla riforma del bicameralismo paritario», ha detto la capogruppo al Senato aggiungendo però che «l’Ulivo ha ribadito la volontà di trovare la massima condivisione possibile». Immediata la levata di scudi di tutti i piccoli partiti dell’Unione, a cominciare da Rifondazione comunista: «Continuo a ritenere grave e sinceramente intollerabile che Ds e Dl perseguano la costruzione del Partito democratico utilizzando il forcipe della legge elettorale. Noi intendiamo proporre alle Camere una discussione concreta sul sistema tedesco: l’unico a nostro avviso davvero in grado di ridurre efficacemente la frammentazione dei partiti», ha detto Franco Giordano (Prc).
Una linea comune a quella espressa dalla capogruppo al Senato di Verdi e Pdci, Manuela Palermi: «L’ipotesi di un doppio turno alla francese è pessima. È una legge autoritaria, è fatta su misura per il partito democratico e fa fuori i partiti minori».
Il giudizio negativo sul modello proposto dall’Ulivo è arrivato anche da Italia dei valori, come ha spiegato il capogruppo alla Camera Massimo Donadi: «Una legge elettorale deve rispondere alle esigenze di un Paese. Pensare di costruirla intorno agli interessi di bottega di questo o quel partito, a prescindere se sia grande o piccolo, è davvero poco edificante». Anche l’Udeur ha protestato: «La decisione dell’Ulivo di arrivare entro luglio a formulare una proposta di riforma elettorale è positiva; sempre che l’ipotesi scelta, di riforma a doppio turno, non sia stata apertamente concepita per sfasciare ogni possibile accordo - ha detto il capogruppo alla Camera Mauro Fabris - L’Ulivo sa perfettamente che né nella maggioranza né all’interno dell’opposizione la soluzione francese trova grandi sostenitori». Deciso anche il no di Angelo Bonelli, capogruppo dei Verdi alla Camera: «La posizione assunta dall’Ulivo sulla legge elettorale è incomprensibile e incoerente con le decisioni prese collegialmente mesi fa con tutti i capigruppo».

Sulle posizioni dei piccoli partiti del centrosinistra si è ritrovato anche Enrico Boselli, segretario dello Sdi: «Per fare la legge elettorale serve un ampio consenso. È del tutto evidente che l’accordo all’interno dell’Ulivo, ammesso che regga, non risolve il problema».

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