Leggere? Una fatica sovrumana. Solo un italiano su due la sopporta

Dati sconfortanti (ma non troppo) secondo le ultime ricerche Istat sulla lettura. I giovani leggono di più. E i lettori più forti si trovano nelle regioni del Nord (Trentino in testa). Inoltre ci sarebbero un milioni di lettori in più, ma quelli «forti» sono solo il 15 per cento.

Un italiano su due non legge. Nemmeno un libro l'anno. Insomma non rientra nemmeno in quella categoria poco onorevole del «lettore debole» (per gli esperti in questa categoria rientrano quelli che si sciroppano ben tre volumi l'anno). Insomma siamo ancora un Paese dove la cultura è un orticello di pochi e dove la lettura non rientra nelle priorità della vita quotidiana. Eppure già si parla di «boom di lettori nel 2010». A seguire i dati proposti dall'Istat, infatti, sono un milione in più gli italiani che si sono avvicinati alla lettura quest'anno. Si arriva così a quasi metà della popolazione italiana che si dichiara lettrice, anche se di «almeno un libro», e si scopre che dal 1995 sono oltre 5 milioni gli italiani che hanno cominciato a leggere. I lettori forti restano però il 15%. Oggi legge il 46,8% degli italiani con più di sei anni, quasi due punti percentuali in più rispetto allo scorso anno quando erano il 45,1%.
Questo secondo l'indagine Istat 2010 presentata nella giornata inaugurare della Fiera della piccola e media editoria «Più libri più liberi», ospitata al Palazzo dei Congressi di Roma.
Nel 2010 sono stati oltre 26,4 milioni gli italiani con più di 6 anni che hanno dichiarato di leggere nel tempo libero (+1,7% sul 2009). Rispetto al 1995 si è registrato un aumento di 7,7%, vale a dire oltre 5 milioni e mezzo di italiani e il trend si conferma in questi ultimi anni in crescita.
Inoltre, dall'indagine emerge che il lettore del 2010 è giovane ( 65,4% nella fascia 11-14 anni, con 42 punti percentuali in più rispetto agli anziani over 75), è per lo più donna (53,1% rispetto al 40,1% degli uomini) e in tutte le fasce di età le lettrici superano sempre i lettori, risiede al Nord (per il 54% rispetto al 35,2% del Mezzogiorno), ha alti titoli di studio (laureati oltre l'80%), ricopre alti incarichi (è dirigente, imprenditore, libero professionista, quadro per oltre il 62%) o è studente (65,2%). Ma, il rapporto tra gli italiani e il libro è ancora debole e occasionale. Degli oltre 26,4 milioni di italiani che leggono, i lettori forti (più di 12 libri l'anno) sono solo 4 milioni, il 15,1% dei lettori e il 7,1% della popolazione con più di 6 anni. La maggioranza è composta di lettori deboli (oltre 11,7 milioni), cioè quelli che hanno letto al massimo 3 libri in un anno (in media un libro ogni 4 mesi!). Il limite strutturale della crescita è che i nuovi lettori sono soprattutto deboli.
Restano ancora ampie differenze territoriali. Guida la classifica il Trentino Alto Adige con il 57,9% della popolazione che legge almeno un libro all'anno. Agli ultimi posti invece la Basilicata (31,4%), la Sicilia (32,8%) e la Campania (33.3%). Anche nel lungo periodo (se si considera il trend dal 1995) rimane inalterato il differenziale tra Nord e Sud.
Comunque, come sottolinea il presidente dell'associazione Italiana Editori (Aie), Marco Polillo: «Mi sembrano dati incoraggianti dal momento che evidenziano una crescita costante dei lettori nel lungo periodo.

Se però andiamo a esaminare il numero di libri che gli italiani leggono effettivamente scopriamo un'altra realtà: i lettori forti in Italia sono solo il 15%. Credo quindi che ci sia ancora molto da lavorare perché l'Italia si metta al passo con gli altri paesi europei, dove realmente libro e lettura sono considerati elementi di grande forza e importanza».

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