Legittimo impedimento: Napolitano deciderà entro mercoledì

Il capo dello Stato sta per lasciare Positano e si prepara a una settimana fitta. Prima la difficile scelta sulla legge, poi la visita di due giorni a Verona, dove la Lega lo attende con i tappeti rossi: tema principale del viaggio, le riforme e il federalismo

Pioggia, freddo, la Costiera battuta da un vento forte di maestrale. Pasquetta al chiuso per Giorgio Napolitano, che ha trascorso l'intera giornata a Positano in albergo con la moglie Clio e il vecchio amico Antonio Maccanico. Poche dunque le uscite del capo dello Stato in questi «cinque giorni di riposo», come lui stesso li ha definiti. Pochissime, ma significative, le parole pronunciate sulla situazione politica e sulle possibilità che si riapra il dialogo sulle riforme: «Sono molto sereno per la fase che si è aperta».
Tra qualche ora il presidente tornerà a Roma e affronterà una settimana piuttosto delicata. Sul suo tavolo troverà il dossier sul legittimo impedimento: dopo aver rimandato alle Camere la riforma del lavoro, boccerà anche questa legge o la promulgherà con messaggio di «spiegazioni»? Il tempo stringe, i termini per la conversione scadono il 10 aprile: la decisione del capo dello Stato è attesa tra martedì e mercoledì.
Giovedì infatti Napolitano volerà a Verona per una visita di due giorni. Il programma è fitto. Darà il via alla 44esima edizione del Vinitaly, ma soprattutto avrà importanti incontri politici in una delle capitali del Carroccio. La Lega, spesso polemica con gli inquilini del Quirinale, stavolta sta preparando un'accoglienza calorosa a un presidente considerato pubblicamente «maestro della democrazia» e «figura essenziale di garanzia e di equilibrio». Da qualche tempo infatti il pèartito di Bossi è diventato uno dei principali sostenitori del lavoro di Napolitano. Da Calderoli a Maroni al Senatur stesso, ogni atto del Colle viene sempre accompagnato da applausi e apprezzamenti. Il capo dello Stato ricambia. «Apprezzo chi apprezza le mie prese di posizione», ha detto soltanto pochi giorni fa.
Giovedì Napolitano incontrerà in Comune il sindaco e i consiglieri, poi a Palazzo degli Scaligeri i rappresentanti della Provincia e gli imprenditori. Sono lontani i tempi in cui Flavio Tosi dichiarava di aver fatto togliere la foto del capo dello Stato dal suo studio «perchè non mi rappresenta». La fotografia è tornata al suo posto e il sindaco si prepara a spiegare che l'immagine un po'razzista di Verona è sbagliata perchè «i 32 mila stranieri, il 13 per cento dell'intera popolazione, hanno trovato un'accoglienza organizzata e civile».
Il giorno dopo alla fiera Napolitano renderà omaggio a uno dei settori di punta del made in Italy. Accanto a lui ci sarà, della doppia veste di governatore del Veneto e ministro dell'Agricoltura, uno dei leader emergenti della Lega, Luca Zaia.

I due padroni di casa spiegheranno al presidente che il Carroccio non è più un movimento separatista ma una forza responsabile di governo. Il capo dello Stato risponderà rilanciando sull'urgenza delle riforme, il federalismo innanzitutto. E troverà ovviamente orecchie molto attente.

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