La lenta vita nella «baracca»

La lenta vita nella «baracca»

La «baracca» come chiamano la cella gli indiani, è uno stanzone tipo dormitorio per i soldati dell'esercito. Muri scrostati e infiltrazioni d'acqua ovunque, latrine sporche fatte con tavole di legno e un buco in mezzo. Tutto intorno solo polvere e scarsa igiene. In quelle condizioni si respirano giorno e notte muffa e i mille odori della cucina del carcere che già all'alba prepara i piatti per la mensa di mezzogiorno.
Nel carcere Distric Jail di Varanasi, una vecchia caserma indiana, la vita per Tomaso Bruno e Elisabetta Boncompagni è scandita dalla lettura dei quotidiani italiani che vengono conservati nei loro armadietti dove tengono custoditi anche i loro effetti personali, dalle parole crociate della settimana enigmistica vecchia di qualche settimana, dai libri e dalla televisione che trasmette solo programmi in lingua locale. Tom e Eli vivono e dormono insieme a criminali, assassini e ladri dal 7 febbraio scorso quando la polizia locale li ha trascinati in carcere come criminali qualunque.
«È una situazione allucinante. Per loro che non hanno mai conosciuto neppure un ufficio di un commissariato di polizia in Italia è un'esperienza che li segnerà per tutta la vita», racconta e si sfoga la mamma di Tomaso, Marina Maurizio. Per Tom e Eli la sveglia è alle 6 del mattino con la conta dei detenuti degli agenti che controllano tutto e tutti, colazione alle 7, quindi passeggiata nel giardino davanti alla «baracca» come chiamano le celle gli agenti della polizia penitenziaria del carcere di Varanasi. Ed è qui che i due ragazzi italiani incontrano Marina e Euro. «Le visite ai detenuti sono permesse solo alle 11 e alle 13. Ma se entri alle 11 - dice la madre di Tom - i poliziotti ti consentono di rimanere con loro anche al turno successivo».
Quindi alle 12,30 viene servito il pranzo e la cena alle 19,30. Vengono preparati esclusivamente piatti vegetariani. Legumi e uova vengono centellinate una volta la settimana. Di carne neanche l'ombra. Tom e Eli dal 7 febbraio scorso vivono nelle loro «baracche» insieme ad altri 200 detenuti, tra uomini e donne che hanno commesso anche reati gravi come stupri, omicidi, furti, rapine. La popolazione carceraria femminile ha a disposizione solo una «baracca» dove dormono almeno 60/70 donne a seconda del periodo. Tom in quella grande cella del carcere di Varanasi dorme sdraiato per terra su una stuoia lunga un paio di metri e larga una cinquantina di centimetri. Trascorre le giornate leggendo la «Gazza» per tenersi informato, con i vecchi giornali che i genitori gli hanno portato nei loro sette viaggi precedenti, su Milito, Cambiasso i beniamini della sua magica Inter l'unica che lo fa ancora sognare lontano dall'Italia, dalla famiglia e dagli amici. Lontani dal mondo, in un carcere in tutto e per tutto molto simile a quelli che si vedono nei film di azione Tom e Eli trascorreranno le vacanze in India in attesa dell'arrivo di Marina e Euro.
I genitori del cameriere di Albenga sono pronti all'ennesimo viaggio per Nuova Delhi. Il giorno prima di Natale raggiungerà Tom e i genitori anche l'altra figlia, Camilla.

«Sarà un Natale diverso, molto diverso da quello che eravamo abituati a trascorrere negli ultimi anni a casa in Italia - racconta con il cuore in gola mamma Marina - Tom cerca sempre di rassicurarmi, io sono una mamma e solo io posso sapere quanto questa storia mi sta facendo soffrire».

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