Politica

A letto con gli assessori di Vendola per lavorare

Nuovo filone di indagine dei pm di Bari: sesso offerto a due uomini della giunta regionale pugliese in cambio di appalti, consulenze oppure di un posto nell’amministrazione. Non solo escort: si concedevano ai politici anche madri disoccupate

Bari A luglio sono stati epurati dalla prima giunta rossa capitanata da Nichi Vendola, a settembre si ritrovano coinvolti nell’ultimo scandalo scoperchiato dalla procura di Bari. Loro, due ex assessori della regione Puglia, sono finiti in una nuova inchiesta di affari, sesso e politica. Un torbido intreccio affiorato nel corso di indagini avviate oltre un anno fa e approdate adesso a una fase delicata anche dopo numerose intercettazioni telefoniche. Su quei nastri è registrata proprio la voce di due politici: secondo gli inquirenti avrebbero avuto rapporti sessuali con escort, disoccupate alla ricerca disperata di un impiego pubblico, ma anche professioniste benestanti e rampanti a caccia di un posto al sole e di incarichi elargiti da persone che contano. Al centro di questo giro di incontri a luci rosse, ai quali i politici si sarebbero presentati anche con l’auto di servizio della Regione, ci sarebbe Gianpaolo Tarantini, titolare di due aziende di forniture ospedaliere, l’imprenditore barese noto per la sua inaspettata scalata nel jet set estivo della Costa Smeralda e per aver invitato la escort Patrizia D’Addario a palazzo Grazioli, la residenza privata romana del presidente del Consiglio.
Quella che coinvolge i due ex assessori è solo l’ultima inchiesta che si abbatte sulla sanità pugliese, ormai travolta da una raffica di scandali che fanno tremare la Regione. Al punto che, proprio in seguito alla prima bufera giudiziaria barese, il governatore Vendola all’inizio di luglio ha deciso di azzerare la giunta e varare il rimpasto. Le indagini, portate avanti dalla Guardia di Finanza, sono dirette dai sostituti procuratori Roberto Rossi e Lorenzo Nicastro, i pm del pool che si occupa di reati contro la pubblica amministrazione. I riflettori degli investigatori sono puntati sul sistema di accreditamento presso la Regione Puglia delle residenze sanitarie assistite. L’ipotesi di reato è associazione a delinquere finalizzata alla corruzione e al falso. Per il momento, ci sono sei persone iscritte al registro degli indagati: si tratta di dirigenti e funzionari dell’assessorato regionale alla Sanità e imprenditori, ma non figurano i due ex assessori in quanto i militari della Guardia di finanza stanno verificando se siano state mantenute le promesse fatte. L’inchiesta è tutt’altro che conclusa; al contrario, gli investigatori stanno esaminando i documenti e si preparano a consegnare in procura un voluminoso dossier, oltre mille pagine che raccontano uno scenario allarmante: sesso in cambio di appalti, ma anche di una consulenza o della promessa di un impiego in enti pubblici, in particolare alla Regione o in Camere di commercio. Tra le donne che avrebbero avuto rapporti sessuali con uno dei due ex assessori c’è la madre di due bambini piccoli. Il marito la picchiava, lei ha trovato il coraggio di lasciarlo ma si è ritrovata senza i soldi per tirare avanti: e così, in preda alla disperazione, avrebbe accettato di incontrare il politico in cambio della promessa di un posto di lavoro.
Gli inquirenti hanno già avviato i primi interrogatori e hanno ascoltato una escort che, dopo un rapporto sessuale con uno dei due ex assessori, andò a pranzo con Tarantini. La donna però ha detto di non ricordare il contenuto della conversazione. «Ero distratta», ha dichiarato. L’inchiesta della procura di Bari inizialmente era puntata esclusivamente sull’accreditamento delle residenze sanitarie assistite, che sarebbe dovuto avvenire entro il dicembre del 2007. Il termine è stato allungato di un anno e nel mirino degli inquirenti c’è proprio la delibera di giunta che proroga la scadenza. Durante le intercettazioni sono spuntate le telefonate tra i due politici e l’indagine adesso è puntata sul sexy scandalo. E non è il primo, visto che il sospetto di rapporti sessuali tra escort ed ex componenti della giunta figura in un altro fascicolo della procura tuttora aperto.

Nel corso dei nuovi accertamenti la Guardia di finanza ha verificato che tra le donne coinvolte in questi incontri a luci rosse c’erano anche esponenti della Bari bene e una professionista salentina di 28 anni: quest’ultima, un avvocato, si sarebbe concessa più volte in cambio della promessa di un sostanzioso contratto di consulenza con la Regione Puglia, un regalo da 40-50mila euro l’anno.

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