Sei lombardi su mille sono a letto con l’influenza e nei prossimi giorni si raggiungerà il picco massimo della diffusione del contagio. Al Pirellone si fa la conta delle «vittime» della suina e si cerca di capire quanto ancora il virus colpirà. A ottobre si sono ammalate di influenza 200mila persone, di cui la metà di H1N1. Si prevede che tale percentuale a novembre salirà fino al 90 per cento. Quindi anche le assenze a scuola, che al momento si aggirano sul 30 per cento dei bambini, saranno più consistenti.
Per questo la Regione Lombardia ha dato ordine alle Asl di vaccinare tutti i soggetti a rischio, non solo le donne in gravidanza e i bambini fino a sei mesi. Sono in arrivo altre 177mila dosi anti influenza A, oltre alle 220mila già disponibili dalle scorse settimane. Secondo i dati più aggiornati, in Lombardia sono stati vaccinati 8.300 operatori sanitari e 1.700 persone fra soggetti a rischio e donne in gravidanza. Solo lunedì, primo giorno della seconda tranche della vaccinazione, sono state rese immuni alla patologia in circolazione ben tremila persone. Non basta. L’assessore lombardo alla Sanità Luciano Bresciani lancia un appello alle donne in dolce attesa: «Vorremmo arrivare a vaccinare il 90 per cento delle donne incinte - spiega -. Invece finora sono 84 di loro si sono presentate all’Asl per l’iniezione».
Anche se l’influenza dilaga, nessuno al Pirellone parla di emergenza: i numeri rispecchiano quanto ci si aspettava e non nascondono alcun tipo di sorpresa. «Si tratta di un numero in linea con quanto osservato nelle stagioni invernali precedenti - spiegano gli esperti - di gran lunga inferiore, tra l’altro, ai picchi rilevati ad esempio nel 2000 e nel 2005».
I casi gravi registrati in Lombardia per ora sono una decina, tutti su pazienti già affetti da altre patologie. Ma, a quanto pare, non saranno gli unici. In base alle stime, sono attesi in regione circa 280 casi di complicanze respiratorie, di cui circa venti potrebbero richiedere l’uso della macchina cuore-polmoni Ecmo. Gli ospedali sono attrezzati per far fronte a ogni evenienza e non mancano nemmeno i posti letto poiché sono stati «congelati» tutti i ricoveri programmati non urgenti.
E in tal proposito, il Pirellone ribadisce l’appello già lanciato più volte: «Curatevi a casa e limitatevi a consultare il medico di famiglia». Un paziente su due di quelli che si sono presentati al pronto soccorso è stato rispedito a casa dai medici e non ricoverato.
Tutti sono in cerca di rassicurazioni e di vaccini, tanto che le file negli ambulatori delle Asl sono tutt’altro che corte. Un esempio per tutti: oltre duecento persone hanno trascorso la mattinata in fila alla Asl di via Ricordi dove a ricevere i pazienti c’era un solo medico. Le persone sono rimaste a lungo in sala d’attesa.
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