Quando l'allora a.d. di Capitalia Matteo Arpe diede le dimissioni, alla fine di maggio del 2007, percepì una liquidazione di 30 milioni di euro lordi più le stock option. Nello stesso anno, a Cesare Geronzi, che lasciava la presidenza di Capitalia dopo la fusione con Unicredit, fu staccato un assegno di 20 milioni di euro.
Sempre in Italia, particolarmente ricca è stata anche la buonuscita di Roberto Colaninno, quando se ne andò dall'Olivetti: all'ex amministratore delegato nel 2001 furono versati 17 milioni di euro (la cifra è tuttavia comprensiva dei compensi per l'attività di chief executive officer di Olivetti-Telecom fino al momento dell'entrata del gruppo Pirelli). Consistente anche la liquidazione di Davide Croff, ex amministratore delegato di Bnl che alla sua uscita dalla banca di Via Veneto prese un bonus di 15,2 milioni di euro.
Per Gaetano Mele, invece, l'addio a Rcs ha comportato una buonuscita di 9,6 milioni di euro, mentre a Enrico Bondi dimessosi dalla carica di amministratore delegato di Montedison furono versati 9,2 milioni di euro. Ancora in lire furono invece le liquidazioni da Fiat di Paolo Fresco e Cesare Romiti i quali percepirono, rispettivamente, 11 miliardi e un centinaio di miliardi di lire.
All'estero, invece, liquidazione da record è stata quella di Wendelin Wiedeking, dimissionario dalla presidenza del consiglio di
amministrazione di Porsche, che a luglio scorso è ammontata a 50 milioni di euro. All'ex numero uno di Gm Richard Wagoner, invece, uscito dal colosso automobilistico nel 2009 è andata una liquidazione di 20 milioni di dollari.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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