Lezioni di politica Il governatore sale in cattedra

Sono rimasti fuori dalla porta in cento, nonostante il ticket di trecentocinquanta euro sulla scuola di politica voluta da Roberto Formigoni. Il primo a salire in cattedra davanti ai trecentocinquanta iscritti è stato proprio il presidente della Regione. «Le lezioni di Walter Veltroni? Questa è una scuola, non uno spettacolo e infatti si svolge a porte chiuse» ha risposto a chi gli proponeva il paragone tra i suoi seminari patrocinati dalla Fondazione Europa Civiltà e le performance politiche del sindaco di Roma in teatro. Formigoni rivendica la primogenitura dell’idea, nata nella primavera scorsa: «Nel frattempo ne sono nate altre, segno che il progetto ha attecchito. Ne gioisco perché è bene che ci siano tante scuole».
Ex cathedra parla di Silvio Berlusconi e di papa Benedetto XVI, anzi del cardinale Ratzinger perché non era ancora pontefice quando ha pronunciato la frase a cui Formigoni si ispira. «Il Papa ricordava che la politica è la ricerca del compromesso possibile, della soluzione migliore possibile in questo momento. Magari non è l’ideale, ma io devo dare risposte alla gente di oggi e questo compromesso nobile è una buona definizione della politica». Ed ecco la citazione del Cavaliere, raccontato agli studenti «per la sua battaglia di libertà e la discesa in campo di 13 anni fa». Silvio Berlusconi sarà anche uno degli insegnanti del seminario, dal momento che l’ex premier fa parte del corpo docente delle lezioni future insieme a Gianfranco Fini, Pierferdinando Casini e Roberto Maroni.
La sua non è una scuola di partito, giura il presidente della Regione. Ed ecco il ricordo di don Gnocchi che aveva spiegato a padre Gemelli che cosa intendesse quando parlava di scuola: «Disse che una scuola non è un luogo in cui chi pensa di essere più sapiente indottrina i propri discepoli, ma un luogo in cui ci si interroga a vicenda e in questo senso non è una scuola tradizionale di partito».
Si parla di temi concreti e di attualità, perché «la politica non è una teoria ma una pratica e questa concezione alta e nobile della politica serve a rispondere alle enormi richieste, alle esigenze forti dei giovani che voglionbo entrare in politica preparati». Formigoni teorizza una «politica che acquisti uno spessore più profondo, capace di difendere i diritti di tutti». E ancora: «La politica è l’impegno di un popolo per crescere in libertà. Qui c’è un folto gruppo che vuole dedicare le proprie energie a questa visione alta e nobile di politica ma che non ha paura di sporcarsi le mani per difendere la possibilità che sia protagonista la gente e non il potere o i centri occulti».
A margine parla anche di primarie per scegliere il successore di Berlusconi attraverso un ricorso alla gente: «Berlusconi è sceso in campo e si è guadagnato i galloni da capitano in un periodo drammatico: adesso bisognerà misurarsi con il consenso del popolo, quindi con le primarie o qualcosa del genere».

Insomma, è presto per incoronare Gianfranco Fini, il presidente di An indicato da Berlusconi come suo possibile successore. Formigoni frena: «È una delle personalità più significative, ma ce ne sono tante altre». Roberto Formigoni incluso.

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