Marcello Chirico
Stop allapertura indiscriminata di call-center in Lombardia. E quelli attualmente esistenti (oltre tremila) dovranno rispettare regole precise, altrimenti saranno costretti a chiudere. A imporre il giro di vite è il Pirellone attraverso una nuova normativa (proposta da Lega e Forza Italia) che da ieri è legge regionale. Un modo per venire incontro pure alla diffusa richiesta di sicurezza, essendo questi call-center utilizzati spesso dagli extracomunitari come basi per attività illecite (financo terroristiche). Per non parlare della concorrenza sleale dei medesimi nei confronti di altri esercizi commerciali regolari: da ora in poi, per poterne aprire uno bisognerà ottenere la necessaria autorizzazione comunale (che ne stabilirà orari di apertura, non superiori alle 13 ore, e la registrazione alla Camera di Commercio in uno speciale registro telematico). Sarà inoltre il Comune a individuare i luoghi dove permetterne lapertura, subordinandola alla disponibilità di parcheggi nelle immediate vicinanze e alla presenza (allinterno dellesercizio) di adeguati servizi igienici. Ai call-center già operativi verrà concesso un anno di tempo per mettersi in regola, altrimenti dovranno chiudere.
«Un freno allapertura di questi esercizi era necessario - ha commentato ieri, dopo lapprovazione della legge da parte del consiglio, lassessore al territorio Davide Boni (promotore delliniziativa insieme allazzurro Nicoli Cristiani) -; adesso bisogna proseguire su questa strada, così da non snaturare le peculiarità dei comuni lombardi ed evitare la progressiva islamizzazione. Per esempio, evitando la costruzione di nuovi centri commerciali nei paesi al di sotto dei cinquemila abitanti, perché così facendo si consegnano i centri storici ai venditori di kebab, a macellerie e negozi islamici. Proporrò di inserire pure questa regola nel nuovo testo unico sullurbanistica di prossima approvazione».
«Quella appena approvata è unottima legge - ha voluto sottolineare il governatore lombardo, Roberto Formigoni - ed ha una duplice valenza: restituire tranquillità e vivibilità alle nostre città e garantire gli operatori con regolamenti e norme preposte. È una legge che si pone come argine contro ogni possibile abuso e disordine di un settore significativo, come appunto quello dei call-center».
«Siamo riusciti a bonificare una pericolosa terra di nessuno» ha aggiunto il capogruppo lumbard Massimo Zanello, al quale si sono poi associati gli azzurri Rossoni («i primi a trarne vantaggio saranno proprio gli immigrati») e Saffioti («questa non è né una legge buonista, né cattivista, ma realista»). «Una legge fatta non per scopi propagandistici pre voto, ma per la sicurezza» ha tenuto a precisare il capogruppo di An, Alboni.
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