Liberio González Nombela & C.

Dodici parroci e un chierico spagnoli dell’arcidiocesi di Toledo, uccisi nel 1936. Liberio González Nombela, quarantunenne: acciuffato, picchiato perché bestemmiasse, fucilato. Francisco López Gasco Fernández Largo, quarantotto anni: bastonato per farlo bestemmiare, gli tagliarono un orecchio e gli spaccarono la testa a sprangate. Miguel Beato Sánchez, venticinque anni: bastonato per due giorni perché bestemmiasse e finito a fucilate. Bartolomé Rodríguez Soria, quarantadue anni: ucciso a bastonate perché rifiutava di distruggere le sacre immagini della sua chiesa. Agricola Rodríguez, quarant’anni: gli spararono davanti alla sua chiesa sotto gli occhi dei fedeli. Saturnino Ortega Montealegre, settant’anni: gli infilzarono le banderillas sulla schiena come ai tori, poi lo fucilarono. Domingo Sánchez Lázaro, settantasei anni: fucilazione semplice. Joaquín de la Madrid Arespacochaga, settantasei anni, nobile: fucilato. Justín Alarcón Vera, cinquantuno anni: portato in giro a bastonate e finito con le baionette. José Polo Beni, cinquantasette anni: gli aerei repubblicani, cercando di bombardare l’Alcazar di Toledo, uccisero diversi dei loro; per rabbia, settanta detenuti politici furono fucilati, tra cui il Nostro.

Ricardo Pla Espí, quarantotto anni: fucilato. Francisco Maqueda López, ventidue anni, non ancora ordinato sacerdote: lo chiusero nella chiesa di Nuestra Señora de los Dolores trasformata in prigione, a Toledo, poi lo fucilarono insieme agli altri prigionieri.

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