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Libia, la Clinton frena sui raid Parigi e Londra: Gheddafi lasci

Hillary Clinton scongiura l'ipotesi di un intervento militare statunitense e incontrerà l'opposizione libica. Ma l'intelligence avvisa: "L'esercito è ben equipaggiato. Vinceranno loro". La Casa Bianca: "Ci stiamo coordinando con i ribelli". Sarkozy e Cameron: "Il Colonnello deve andarsene". Gheddafi riconquista Ras Lanuf. Il drammatico racconto di tre giornalisti della Bbc: "I soldati libici hanno simulato un'esecuzione". Commento: l'Italia non segua l'America

Libia, la Clinton frena sui raid  
Parigi e Londra: Gheddafi lasci

Hillary Clinton si è detta preoccupata che Gheddafi possa usare armi chimiche contro i ribelli, ma frena sull'ipotesi di un intervento militare statunitense in Libia. Per il segretario di Stato Usa, infatti, "in mancanza di un’autorizzazione internazionale, gli Stati Uniti che agissero da soli si caccerebbero in una situazione le cui conseguenze sarebbero imprevedibili". Meglio la strada diplomatica, insomma. La Clinton ha infatti annunciato che incontrerà l’opposizione libica durante il suo viaggio in Egitto e Tunisia previsto per la settimana prossima. Gli Stati Uniti hanno però sospeso i rapporti con il governo di Gheddafi.

Washington: ci coordiniamo coi ribelli La Casa Bianca si sta "coordinando con l’opposizione" libica per stabilire "il modo migliore per sostenere le loro aspirazioni". Lo ha detto il portavoce Jay Carney nel corso del briefing con la stampa. "Siamo in contatto diretto con l’opposizione", ha detto ancora Carney, aggiungendo che questa comprende esponenti di rilievo del Consiglio e altre personalità in Libia. Arriva una avvertimento anche da Londra e Parigi. "Muammar Gheddafi e il suo clan devono andarsene per evitare ulteriori sofferenze al popolo libico", l'ultimatum è contenuto in una lettera inviata da Cameron e Sarkozy alla Ue.

L'avvertimento dell'intelligence I servizi Usa avvisano gli Usa: Muammar Gheddafi ha forze meglio equipaggiate e dispone di maggiori risorse logistiche. "Alla lunga è destinato a prevalere", ha commentato lapidario il direttore dell’intelligence Usa, James R. Clapper che ha aggiunto: "La struttura delle difese aeree libiche, al suolo e per quanto concerne i sistemi radar e le batterie di missili terra-aria, sono decisamente solide". La Libia, inoltre, dispone di
"molto equipaggiamento russo". Il capo dei servizi d’intelligence di Washingtion ha quindi messo in guardia contro il pericolo che certi
armamenti, specie quelli portatili, "finiscano nelle mani sbagliate".

La Nato attende la decisione dell'Onu La Nato è pronta a intervenire in Libia, ma soltanto a tre condizioni. Secondo il segretario generale Anders Fogh Rasmussen, infatti, c'è bisogno di dimostrare la necessità dell'intervento e che ci sia un chiaro mandato legale e un fermo supporto regionale. "È giunto il momento di tirare le somme - ha detto Rasmussen - e vanno considerate anche altre opzioni per un piano" di intervento. Intanto da questa mattina all'alba la Nato pattuglia con almeno tre Boeing E-3 Sentry lo spazio aereo sopra la Libia. I velivoli sorveglieranno il cielo 24 ore su 24 per "fornire notizie utili alle discussioni che ci saranno oggi a Bruxelles". Sarà aumentato, inoltre, il numero di navi davanti alle coste libiche per dare assistenza a operazioni umanitarie e "monitorare l’embargo disposto dalla risoluzione Onu". Queste misure, assicura la Nato, "non sono un preludio alla no-fly zone".

I paesi del Golfo mollano il Colonnello Muammar Gheddafi non può contare sulla solidarietà degli Stati arabi, almeno quelli del Golfo, secondo i quali il Colonnello ha perso la sua legittimità. Per questo le nazioni del Golfo si apprestano ad avviare contatti con il Consiglio Nazionale Provvisorio di Bengasi. 

Ancora bombardamenti Gheddafi avrebbe riconquistato Ras Lanuf, area strategica della Libia orientale perché ricca di petrolio, bombardando i ribelli dal mare e dal cielo. Questa mattina una bomba ha colpito il check point a ovest del porto. L’esplosione, preceduta dal rombo del caccia che sorvolava, ha alzato un denso fumo nero e un fungo di sabbia. Immediatamente i ribelli hanno cominciato a sparare con le mitragliatrici antiaeree montate sui loro pick-up. Gli insorti sono poi fuggiti dalla città e si sono diretti verso est. Uno di loro avrebbe dichiarato la resa: "Siamo stati battuti. Bombardano a colpi di obice, siamo fuggiti. Questo significa che stanno per riprendersi Ras Lanuf". Nel centro della città petrolifera, almeno quattro razzi sono caduti presso un ospedale e una moschea.

L'ultimatum dei ribelli Questa mattina gli insorti hanno lanciato un ultimatum agli Stati Uniti e all'Unione europea. Uno dei leader che si trovava ad un check point a ovest del porto petrolifero di Ras Lanuf, parlando a volto coperto a una giornalista Ansa, ha detto che gli occidentali "hanno otto ore di tempo per fermare Gheddafi, altrimenti bloccheremo le forniture di petrolio dall’area di Ras Lanuf e Brega che è sotto il nostro controllo". 

La proposta della Francia Il presidente francese, Nicolas Sarkozy, dopo aver riconosciuto ufficialmente il nuovo governo dei ribelli, vorrebbe proporre al Consiglio europeo straordinario di domani di bombardare il bunker di Gheddafi a Tripoli e "un numero estremamente limitato di punti, dai quali partono operazioni letali". A riferirlo è una fonte vicina all'Eliseo. L’Italia, però, è contraria alla linea. Il ministro degli Esteri Franco Frattini ha detto infatti che "non parteciperà ai bombardamenti mirati sulla Libia. L’Italia vuole una risoluzione del Consiglio di sicurezza dell’Onu" e quindi non un attacco diretto alle forze libiche bensì un controllo delle forze aeree di Gheddafi.

Merkel stupida da Sarkozy La cancelliera tedesca Angela Merkel si è mostrata "sorpresa" della posizione assunta dalla Francia, che oggi ha riconosciuto il Consiglio nazionale di transizione della opposizione libica. E ha messo in guardia contro l’impiego di mezzi militari in Libia. "La Merkel - si legge in un comunicato del Bundestag - si è mostrata sorpresa del fatto che la Francia abbia riconosciuto il Consiglio di opposizione. »Non è un riconoscimento di diritto internazionale - ha detto la cancelliera, citata nello stesso comunicato - Ci sono una serie di attività francesi che sono state rese note solamente molto recentemente". Il governo tedesco ha sottolineato lo "scetticismo del governo tedesco", rispetto all"’impiego di mezzi militari in Libia". 

Emissari di Gheddafi a Lisbona e Atene Sembra che il raìs abbia però scelto la via diplomatica, inviando i suoi uomini in Europa. Ieri il ministro degli Esteri portoghese, Luis Amado ha incontrato un emissario del Colonnello a Lisbona. Sulla stampa locale si legge: "L’emissario del leader libico ha detto ad Amado che Tripoli accetterà di iniziare un processo di negoziati per la transizione. È troppo presto, tuttavia, per valutare la reale intenzione di questo messaggio e che non si tratti semplicemente di una dichiarazione di circostanza". Il Portogallo è stato nominato questa settimana a capo della commissione per le sanzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. Amado è oggi a Bruxelles per partecipare al vertice straordinario Ue sulla Libia. Il viceministro agli esteri libico, Mohammed Taher Siala ha intanto incontrato il suo omologo greco Dimitris Dollis.

Ieri sera il governo di Giorgio Papandreou aveva annunciato l’arrivo di Siala precisando che l’incontro sarebbe avvenuto dopo consultazioni fra il ministro degli Esteri greco, Dimitris Droustas, e l’Alto rappresentante dell’Ue per gli affari esteri e di sicurezza, Catherine Ashton.

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