da Roma
Ci voleva la meravigliosa rete di informatori di Dagospia, per rintracciare il dettaglio che fa lo scoop, il libro che parte come pamphlet per diventare boomerang, e tingersi di giallo: il ruggito dellaccusatore che punta il dito, solo un attimo prima di essere travolto a sua volta dalle accuse.
E dunque, sul sito Macrolibrarsi.it, il mago dellindiscreto giornalistico ha pescato una perla: lannuncio del saggio-choc con cui - evidentemente prima dellarresto! - Carlo Marcelletti spiegava come avrebbe denunciato la malasanità, le baronie della medicina, le truffe in camice bianco, lo sciacallaggio sulla pelle dei pazienti. Il titolo? A ben vedere azzeccatissimo, qualunque sia lesito dellinchiesta che ha coinvolto il celebre cardiochirurgo: Sulla vostra pelle. Frase chiave del verbo marcelettiano: «Il peggio è che nei cittadini si è ingenerata una convinzione: guarisce presto solo chi paga. Se vuoi essere curato in fretta devi dare fondo al conto corrente. Quando il cinema è pieno vai allo spettacolo successivo. E ci puoi pure rinunciare. Al medico no. Spendi quello che bisogna spendere». Viste le accuse che gravano sulla sua testa di Marcelletti - tra cui quella di aver estorto soldi per agevolare prestazioni mediche - non si può non fare un salto sulla sedia.
Certo, fino a prova contraria Marcelletti è innocente fino a che il processo non arriva a sentenza. Ma leggendo il sottotitolo del libro, non si può che interrogarsi sulla sproporzione fra le accuse che lo riguardano (comprese le prime parziali ammissioni che lui stesso ha fatto, sullo scambio di sms con una giovane) e le tesi barricadiere del saggio. Recitava infatti il sottotitolo: «Una diagnosi spietata sulla casta della sanità italiana». E poi, come sintetizzato nella scheda editoriale del libro: «Lui stesso (ovvero Marcelletti) a volte si è sentito padrone della vita, perciò a buon diritto può parlare di una sanità che mette in gioco la vita delle persone». E quindi, annunciando il contenuto esplosivo di Sulla vostra pelle: «Una denuncia, sì, senza tralasciare una spietata autocritica. Anche soprattutto un atto di fede nella medicina. Che può redimersi solo se torna a mettere al centro il malato». Era già pronta persino la copertina: sfondo arancione, con lelegante silhouette di uno stetoscopio in bianco, e il nome del coautore (Sandro Mangiaterra, vicedirettore de Il Venerdì di La Repubblica).
Ma qui inizia il primo mistero. Perché alla Piemme, la casa editrice, spiegano che luscita del libro era prevista a settembre. Ma siccome Marcelletti prima dellarresto non aveva consegnato una cartella delle oltre 320 annunciate, la pubblicazione nei tempi fissati «per ora è sospesa». Racconta Giovanna Lidia Vergani, dirigente dellufficio stampa: «La copertina era pronta, come accade spessissimo per i saggi, per raccogliere le prenotazioni dei librai. Lacconto era davvero simbolico, perché Marcelletti non aveva pretese economiche. La tiratura prevista era intorno alle diecimila copie. Ma ora, dopo larresto, come potrebbe consegnarlo?». Con senno del poi, il libro di Marcelletti potrebbe diventare persino una autodifesa da best-seller? Precisando di non sapere nulla dellinchiesta, con spirito garantistico, la Vergani aggiunge: «Certo, il tempismo di questa inchiesta, dal mio punto di vista stupisce. Marcelletti è stato travolto subito dopo aver annunciato rivelazioni. Forse ha pestato i piedi a qualcuno?». Basterebbe una piccola correzione di titolo... «Sulla mia pelle andrebbe benissimo». Quasi choccato il coautore, Mangiaterra: «Come tutti gli italiani sono caduto dal pero. Avevo accettato di scrivere un saggio sulla sanità, ora scopro che ci sono accuse molto gravi, e verità perlomeno controverse».
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