Un libro racconta il lager di Gadda visto da un prigioniero «normale»

«Ch'io vivo. Diario di guerra 1917/1918» è il titolo del volume che raccoglie gli scritti inediti dello spezzino Agostino Borghero, che condivise con il grande scrittore milanese l'esperienza nel campo di Rastatt

Da civile ebbe una vita completamente diversa da quella di Carlo Emilio Gadda. Da soldato, invece, condivise la sorte del grande scrittore milanese, il quale dall'esperienza di prigioniero di guerra nel campo di Rastatt, in Germania, trasse il suo celeberrimo «Giornale di guerra e prigionia». E infatti nello stesso campo e nello stesso periodo, lo spezzino Agostino Borghero, scrisse un diario che, a differenza di quello di Gadda, è rimasto in un cassetto per quasi un secolo e che viene pubblicato solo oggi per iniziativa del giornalista Claudio Mori che ha scovato lo scritto e ha scoperto la coincidenza della comune prigionia con Gadda, e lo ha inquadrato storicamente.
«Ch'io vivo. Diario di guerra 1917-1918» è il titolo dell'opera che raccoglie le memorie scritte da Borghero, all'epoca trentenne aspirante ufficiale di complemento del 234/esimo reggimento di fanteria coinvolto nelle lunghe battaglie che contrapposero l'esercito italiano e quello austro-ungarico sul Carso, prima di cadere prigioniero, come molte migliaia di commilitoni, in quella disperata battaglia di ripiegamento e difesa seguita allo sfondamento di Caporetto.
Borghero che con i suoi soldati fu protagonista della battaglia per arginare il dilagare delle forze imperiali sul Tagliamento, nel suo diario racconta il caos seguito alla rotta di Caporetto, la disperata resistenza, la paura, la morte. E poi, dopo la cattura il 3 novembre del '17 ad opera di un reparto di bosniaci, il calvario della prigionia, la fame, il freddo le umiliazioni e la speranza di vivere e di tornare dai propri cari preservando il proprio orgoglio. «Si può non avere nessun amore al militarismo - scrive del momento della cattura - si può fino giungere a negarlo ed a combatterlo: ma quando un uomo ha coscienza, e quindi sa cosa sia la vita, e quando questa sia necessario sacrificarla ad altri ideali, diviene un eroe più di tant' altri, più guerriero di coloro che scelsero le armi per loro professione».


Il diario, edito da Blurb.com, è accompagnato da una nota storica che inquadra gli eventi che vengono evocati nel testo ed entrerà a far parte dell'archivio di memorialistica della Grande Guerra che è ospitato dal museo di Rovereto.

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