Roma - Brusco balzo ad ottobre per l’inflazione media dell’area dell’Ocse, che sulla spinta dei rincari di energia e alimentari ha raggiunto il 2,8% su base annua contro il 2,2% del mese precedente. Guardando alla variazione di breve termine in base ai dati destagionalizzati, ha precisatio l’organizzazione parigina con una nota, tra settembre e ottobre l’indice generale dei prezzi al consumo a segnato un incremento dello 0,3%. Tornando ai rincari calcolati su base annua, il dato di ottobre è il più elevato che si registri dall’agosto del 2006 e riflette prevalentemente i forti incrementi dei prezzi dell’energia, con un +8,5%, e dei beni alimentari, +4,1%.
L’indice depurato dalle componenti più volatili - come appunto energia e alimentari - mostra un andamento stabile all’1,9% su anno. Nell’area dell’euro, ricorda l’Ocse, ad ottobre l’inflazione si era attestata al 2,6% (la stima rapida per novembre già diffusa da Eurostat ha mostrato una ulteriore accelerazione al 3%). Negli Usa l’inflazione ha registrato una accelerazione al 3,5%, contro il 2,8% di settembre. In Giappone dopo mesi di rinnovati timori per la delazione, a ottobre i prezzi al consumo sono tornati a crescere di un flebile 0,3% su base annua.
In Italia infine, conclude l’Ocse, ad ottobre l’inflazione si attestava al 2% (in base alla stima preliminare di Istat a novembre ha mostrato una accelerazione al 2,4%). L’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, con sede a Parigi, raggruppa 30 tra le economie più avanzate del pianeta.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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