A Londra è Clegg-mania, ma è un successo a rischio boomerang

LondraPiù potere ai piccoli, togliendolo ai grandi. Eccola qua la ricetta dell'astro nascente della politica britannica. Dopo un timo e che stasera tv potrebbe replicarsi nel nuovo confronto tv e dopo la grande rimonta nei sondaggi (secondo il Times i libdem sarebbero primo partito alla pari coi Tory e davanti al Labour), il leader dei liberaldemocratici Nick Clegg è andato subito all'attacco presentando il suo piano per il salvataggio dell'economia nazionale e in particolare la riforma delle banche. E la sua proposta è stata molto semplice, tanto semplice che secondo lui vale sia per quanto riguarda la politica che l'economia. «Devolve and disperse power», delegare e diffondere il potere. «La maggior parte della gente, eccetto forse Gordon Brown - ha spiegato - oggi riconosce che troppa centralizzazione in politica ha prodotto soltanto un sistema di servizi pubblici estremamente burocraticizzati. Siamo diventati una Stato che toglie ogni potere alle persone. Ritengo che la stessa analisi possa calzare a pennello anche per la nostra economia». Secondo Clegg, nel sistema bancario attuale il potere è tutto nelle mani di un piccolo gruppo di superbanche che con la loro spregiudicatezza hanno cacciato fuori dal mercato le banche regionali, una volta ancora di salvezza delle famiglie e principali finanziatrici delle piccole aziende.
Il buon Nick propone dunque di creare un nuovo sistema ritornando a quello vecchio. Recuperando e rafforzando cioè i concetti quasi in disuso della Banca postale, delle cooperative finanziarie, delle Borse regionali. «Se vinceremo le elezioni diminuiremo le penali da pagare per i clienti che vanno in rosso» ha anche promesso. Bella idea anche se un po' troppo semplicistica per la complessa società anglosassone. Se fosse stato veramente così facile uscire dalla crisi, forse ci avrebbero pensato anche gli altri. E l'impressione di molti analisti politici è che le proposte avanzate da Clegg siano un po' come le dispense Bignami tanto care agli studenti italiani che non hanno fatto in tempo a prepararsi. Le nozioni fondamentali registrate eppoi, dietro, poca sostanza.
Il fatto è che questo è un momento delicatissimo per Clegg che rischia di venir travolto dal suo stesso successo. Se non riesce a tradurre in voti concreti il vantaggio conseguito, i suoi avversari possono farlo a pezzi da un momento all'altro. I suoi consulenti sanno benissimo che la «Cleggmania» diffusasi nel Paese può scomparire così com'è nata se Clegg non dimostra di sapere di essere un buon politico oltre che un buon comunicatore. Perché, se è vero che i suoi fan sono in aumento, la domanda che si ponevano sull'Independent è legittima: durerà questo successo? C'è chi, come il sindaco di Londra Boris Johnson, afferma che tutto questo can can si sgonfierà come una bolla di sapone. «Sarà stato comunque un beneficio per la democrazia» replica chi ne ha piene le scatole dei due contendenti. Certamente però la strada di Clegg non è tutta in discesa.

Le proposte presentate finora sembrano la scoperta dell'acqua calda. Quella bancaria assomiglia ai commenti che fece dopo il tracollo della Northern Rock: «I dirigenti non erano adatti a quel posto». Sai che novità. Vedremo se gli elettori saranno più indulgenti. O soltanto più ingenui.

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