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A Londra una mega conferenza per dare delle regole al web

L'obiettivo è ambizioso: dar vita a «un'agenda», un vademecum da seguire nel prossimo futuro. Perché internet è una risorsa ma allo stesso tempo è anche una minaccia, sicurezza nazionale inclusa (Parola di David Cameron)

«Tra libertà e liberi tutti c'è una bella differenza. E il nostro compito è quello di trovare un equilibrio». Fosse facile. David Cameron sa perfettamente che non lo è. Ecco dunque il perché della due giorni di Conferenza a Londra sul Cyberspazio organizzata dal ministero degli Esteri britannico (FCO). L'obiettivo è ambizioso: dar vita a «un'agenda», un vademecum da seguire nel prossimo futuro. Perché internet è una risorsa ma allo stesso tempo è anche una minaccia, sicurezza nazionale inclusa. Il web, insomma, come Giano bifronte. Un dato acclarato che però ha ormai catalizzato l'attenzione dei grandi della Terra. A Londra si sono infatti riuniti i delegati di 60 paesi - tra questi Russia e Cina - e diversi addetti ai lavori come il cofondatore di Wikipedia Jimmy Wales, il vicepresidente di Cisco Brad Boston e Joanna Shields di Facebook. Il premier, intervenendo alla conferenza, ha spiegato di ritenere internet una «forza positiva» dal punto di vista «economico, sociale e politico». Poi però ha messo in guardia dai rischi del «cybercrimine», separando la questione dai ben più gravi attacchi compiuti di recente ai sistemi informatici del ministero degli Esteri. «Questi sono attacchi ai nostri interessi nazionali: sono inaccettabili. E noi risponderemo in modo altrettanto robusto come faremmo nel caso di ogni altro rischio alla nostra sicurezza nazionale». La Cina - indicata al tempo come la responsabile più probabile del tentativo di penetrazione dei sistemi informatici dell'FCO - è dunque avvisata. Al bastone segue subito la carota. «Il nostro compito - ha concluso Cameron - è quello di trovare il giusto equilibrio: i governi non devono usare la sicurezza come scusa per la censura o negare ai loro popoli le opportunità che internet è capace di portare: i governi non possiedono la rete». La frase di certo strizza l'occhio ai sostenitori del web libero. «Il pericolo più grave non sono i cybercriminali - ha detto ad esempio Wales - ma gli eccessivi interventi governativi».

La soluzione pensata da Londra è allora questa specie di terza via tra l'inattività e un trattato internazionale in piena regola in modo da fissare alcuni paletti.

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