LondraDa Vip a Vitd ovvero le Very important person diventano Very important tax dodgers. Ci sarebbero personaggi dello sport, dello spettacolo, del giornalismo tra le star britanniche coinvolte in una mega-inchiesta per evasione fiscale. Lo ha rivelato ieri il Mail on Sunday che ha raccontato come decine di celebrità insieme ad un gruppo di importanti imprenditori avrebbero sfruttato con successo una scappatoia legale per evadere milioni e milioni di sterline di tasse. Tra i personaggi più in vista ci sarebbero i calciatori Wayne Rooney e Steve Gerrard, il regista Guy Ritchie, forse più conosciuto come ex marito di Madonna, la popstar Peter Gabriel che proprio nei giorni scorsi ha festeggiato i suoi sessant’anni con un nuovo disco, il giornalista della Bbc Jeremy Paxman e la conduttrice Anne Robinson.
Come funzionava il sistema è presto detto. I vip coinvolti non facevano altro che investire parte dei loro cospicui patrimoni in fondi volti a finanziare l’industria cinematografica del Regno Unito approfittando così delle detrazioni fiscali introdotte già qualche anno fa dal premier Gordon Brown, allora ministro del Tesoro, per incoraggiare il cinema di casa. Le somme investite dai Vip andavano a finire nelle casse della società cinematografica Ingenius Media, fondata da un certo Patrick McKenna, la stessa società che ha insospettito il fisco inglese facendo di fatto partire l’inchiesta. Negli ultimo dieci anni infatti, la Ingenius Media ha raccolto più di 5 miliardi di sterline da investire in progetti cinematografici di grande respiro come Avatar e X-Men, ma non sempre tutti i soldi versati andavano a finire nelle spese di produzione dei film.
Anzi, molti film in progetto non sono mai stati distribuiti. Insomma, la compagnia inglese aveva creato una specie di industria cinematografica «fantasma», nata soltanto per permettere ai grandi investitori di evadere le tasse.
Il Mail on Sunday riporta cifre a molti zeri e fa i nomi di decine di indagati. Alcuni musicisti avrebbero investito fino ad un milione e mezzo di sterline a testa e una dozzina di calciatori 500mila sterline ciascuno per poter usufruire delle detrazioni fiscali concesse dal governo. Sembra che un industriale inglese abbia partecipato alla truffa legalizzata con la cifra record di 62 milioni di sterline.
Oltre ai film mai realizzati, anche quelli poi distribuiti sono stati portati a termine con budget gonfiati ad arte che consentivano grossi «risparmi» a produttori ed ai generosi investitori.
Il fondo non aveva alcuno scopo commerciale, non serviva quindi per investimenti in progetti cinematografici ma veniva utilizzata solo per paravento per le evasioni fiscali. Pare anche che alcuni investitori siano stati del tutto all’oscuro che una simile operazione poteva essere illegale. In questi giorni la Ingenius Media ha spedito a tutti i soggetti coinvolti una lettera nella quale li informa che la società si trova sotto inchiesta e che il fisco ritiene che abbiano delle tasse da pagare. Per molti di loro si è trattato di un fulmine a ciel sereno come ha raccontato uno dei protagonisti della vicenda. «La lettera di Ingenius che mi avvertiva dell’inchiesta mi è giunta contemporaneamente a quella del fisco che mi ingiungeva di pagare 500mila sterline di tasse - ha raccontato un investitore - non avevo la minima idea che questa società fosse nel mirino del fisco da quattro anni».
L’unico commento arriva dal portavoce di David Beckam, tra gli investitori: «Il signor Beckam ha effettuato numerosi investimenti di successo in passato e naturalmente si tratta di affari riservati ma sempre nel rispetto delle regole vigenti».
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