nostro inviato a Lourdes
«Aquerò», nel dialetto di questo paesino sui Pirenei, significava «quella cosa lì». È il modo con cui Bernadette Soubirous una bambina quattordicenne povera, gracile e malata, che non sapeva leggere né scrivere chiamava la «bella signora» che gli era apparsa in una grotta l11 febbraio 1858 e che le disse di essere l«Immacolata concezione».
Un secolo e mezzo dopo quel paesino insignificante è diventato il secondo centro della Francia per capacità alberghiera dopo Parigi ed è visitato ogni anno da sei milioni di persone. Ieri mattina, con la messa dellImmacolata celebrata dal cardinale Ivan Dias, Prefetto di Propaganda Fide, si è aperto lanno giubilare per il 150° anniversario delle apparizioni. Sono accorsi in ventimila, da varie parti del mondo (gli italiani sono al primo posto), nonostante questa non sia stagione di pellegrinaggi e il tempo sia inclemente, con pioggia gelida. Sono venuti qui per pregare davanti alla grotta dove Bernadette vide e ascoltò la Madonna che le diceva «Non ti prometto di renderti felice in questo mondo ma nellaltro», che invitava alla conversione e alla penitenza, che faceva sgorgare una fonte nella cui acqua un enorme numero persone si sono immerse chiedendo la grazia della guarigione.
Quasi tutto qui, nel recinto del santuario, è pensato in funzione dei malati, degli handicappati, di chi soffre. I posti letto solo per loro sono 1.650, divisi in due grandi strutture di accoglienza e persino una delle principali attrazioni turistiche della zona, le suggestive grotte di Bétharram un percorso mozzafiato nelle viscere dei Pirenei a 15 chilometri dal paese ha approntato percorsi per chi è inchiodato alla carrozzella. Ma a causa del freddo, di malati ce nerano pochi in questi giorni a Lourdes. Luogo simbolo di una «battaglia» decisiva, come ha spiegato il cardinale Dias, durante la grande celebrazione nella basilica sotterranea. Unomelia dai toni apocalittici. «Queste apparizioni annunciano lentrata decisiva della Vergine Maria nel pieno della guerra con il diavolo». «La lotta tra Dio e il suo nemico sincattivisce ha detto Dias oggi ancor di più che ai tempi di Bernadette. Il mondo si trova terribilmente inghiottito nel gorgo di un secolarismo che vuole creare un mondo senza Dio», del «relativismo» e dell«indifferenza religiosa». Viviamo nellepoca ha spiegato citando le parole dellallora cardinale Wojtyla in cui è in corso «il più grande combattimento che lumanità abbia mai visto», la «lotta finale fra la Chiesa e lanti-Chiesa, fra il Vangelo e lanti-Vangelo».
Le «armi» con cui combattere questa battaglia al fianco di Maria, ha spiegato Dias sono «la conversione del cuore», la «devozione alleucaristia», la «recita quotidiana del rosario», laccettazione delle sofferenze «per la salvezza del mondo». «Possono sembrare piccole cose, ma sono molto potenti nelle mani di Dio».
E proprio a queste realtà richiama il cammino giubilare, un percorso che da ieri sono chiamati a fare i pellegrini per ottenere lindulgenza plenaria concessa da Benedetto XVI, visitando la chiesa parrocchiale di Lourdes dove Bernadette fu battezzata, il «cachot», la stanza scura e umida dove viveva con la famiglia, la grotta di Massabielle dove sono avvenute le diciotto apparizioni e infine loratorio, dove la futura santa fece la prima comunione.
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