Lui cambia sesso ma lei non lo lascia: no al divorzio di Stato

Alessandro Bernaroli diventa Alessandra e il tribunale annulla il matrimonio. "Lui" e la moglie si oppongono e ricorrono in Cassazione. Un caso delicato, con implicazioni di carattere giuridico e morale

Lui cambia sesso 
ma lei non lo lascia: 
no al divorzio di Stato

È il caso di dire che l’amore è cieco. Che gusto ci prova una moglie a dividere lo stesso letto con un uomo che diventa donna dopo il matrimonio? Ma, siccome, oltre che cieco, l’amore non ha confini, ecco la storia singolare, anzi unica, di Alessandra (ex Alessandro) e di sua moglie. Tuttora felicemente conviventi nonostante le nozze siano state annullate dai giudici perché «i due coniugi sono dello stesso sesso». Ma la coppia di ferro non ci sta a queste evidenti deduzioni giuridiche e si appella alla Cassazione per chiedere «giustizia» in tempi stretti. E se anche i supremi giudici dessero loro torto sono pronti a bussare alla porta della Corte europea dei diritti per l’uomo. Ma questo è il percorso del futuro che dovranno intraprendere per salvare il loro matrimonio, nato nel più classico dei modi, in chiesa.
Alessandro Bernaroli si è sposato con l’allora fidanzata nel 2005, a Massa, con cerimonia religiosa. Lui è un ragazzo studioso, molto attento al proprio fisico, modellato con lunghe sedute di body-building, innamorato della sua consorte. La coppia «normale» però, regge solo due anni. Poi, la trasformazione. Nel 2007 con un viaggio negli Usa, Alessandro si sottopone ad un intervento per il cambio della voce, l’anno dopo sceglie la Thailandia, per un’operazione di «riattribuzione chirurgica» del sesso. Ritorna dalla vacanza donna, sposata con un’altra donna. Ora è Alessandra a tutti gli effetti e come tale pretende dall’anagrafe di Bologna di avere nuovi connotati nella carta d’identità. I funzionari perplessi si pongono però l’ovvia domanda: una volta diventata donna, Alessandra può ancora dichiararsi sposata con un’altra persona di sesso femminile? La risposta è pilatesca e i funzionari scrivono: «Stato civile non documentato».
Questione irrisolta dunque, spedita dalla coppia al tribunale civile di Modena che se n’è lavato le mani sostenendo «l’impossibilità per un funzionario dell’anagrafe di cancellare un legame giuridico». La delicata questione passa allora ai magistrati d’appello che annullano l’unione visto che in Italia «non vi è riscontro di un matrimonio tra persone dello stesso sesso». I due non si perdono d’animo anche perché, al di là dell’aspetto affettivo, un matrimonio annullato significa anche la perdita di tutti i diritti che i Bernaroli avevano come coniugi, dalla comunione dei beni al mutuo sulla prima casa. Insomma, grane burocratiche. Da qui il ricorso in Cassazione. Alessandra, prima bancario ora sindacalista della Fisac Cgil, spera ancora. «Abbiamo depositato ricorso in Cassazione e speriamo di smontare pezzo dopo pezzo la sentenza con cui la Corte d’appello di Bologna ha sciolto la nostra unione». I due contano di risolvere in tempi brevi. «Non è piacevole vivere in uno stato d’incertezza. Confidiamo nel giusto riconoscimento del nostro diritto, ma saremo pronte, nel caso le cose non dovessero andare come chiediamo, anche ad adire la Corte europea dei diritti dell’uomo». Alessandra non ci sta a rinunciare al suo matrimonio. E accusa. «Quello deciso dalla Corte d’appello di Bologna è un divorzio di Stato. Ma io non mi arrendo.

Io e mia moglie non vogliamo divorziare, non lo abbiamo mai voluto - assicura - ma è quel che sta tentando di farci fare lo Stato che, guarda caso, ha modificato a giugno la legge sul transessualismo e ha stabilito che il cambio di sesso determina lo scioglimento del matrimonio».

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