Macchinine spericolate e villette da paura per i bambini digitali

Federico Fiecconi

da Annecy (Alta Savoia)

Il nuovo sogno americano è Cars­motori ruggenti. L’ultimo cartone animato Disney-Pixar diretto da John Lasseter è il film del momento oltreoceano. Lo dicono i numeri: secondo week-end di seguito in testa agli incassi con oltre 31 milioni di dollari, quota cento milioni già alle spalle. Lo sperano nei quartieri alti della Disney, che sul rinnovo dell’intesa col duo Jobs-Lasseter hanno puntato l’accordo stratosferico (in miliardi di dollari, oltre 7) che ha come posta obbligata la riscossa del leader storico dei sogni animati, una Disney reduce da troppe delusioni. Lo spera lo stesso Lasseter, che a partire da quest’estate è a tutti gli effetti il nuovo Walt Disney della Disney, con poteri estesi a tutte le esperienze di intrattenimento del Gruppo come i film animati ma anche i parchi a tema.
Figlio di un buonismo tenerello, Cars dà vita a un cast variegato di quattroruote umanizzate, dotate di occhioni sul parabrezza e di bocca sulla presa d’aria. Le sgommate dei nostri sono ambientate sull’asse della mitica Route 66 che attraversa gli Stati Uniti per migliaia di chilometri. La vicenda si rapprende nello scenario dell’immaginaria Radiator Springs, dove il rombante protagonista Saetta McQueen piove dal mondo delle corse. L’esuberante esordiente nel campionato Nascar, rossa fuoriserie con un brillante futuro, scoprirà un paio di «fatti fondamentali» sulla vita ritrovandosi improvvisamente sperduto nel nulla di un’America tutta rocce e cielo. Radiator Springs è il set in cui Lasseter pennella con capacità visionaria un film di brava gente - anzi di brave macchinine - senza un vero cattivo e con tanta nostalgia per i buoni vecchi tempi andati. Su tutti spicca il personaggio di Luigi il gommista, Fiat 500 classe 1959 capolavoro del marketing della casa di Torino. Il suo pit stop da record verso l’epilogo strappa l’applauso. La pellicola riserva anche una chicca per chi come la gialla macchinina del film ha il culto della Ferrari: è proprio Michael Schumacher a regalare un cameo recitato in buon italiano anche nella versione originale del cartoon. Ma quando Cars avrà fatto la sua parte nei cinema americani, e prima dell’uscita italiana di fine agosto, i sogni dei vasti spazi incontaminati verranno rimpiazzati dagli incubi urbani. E i bambini dovranno fare i conti con qualche notte insonne. Il 21 luglio debutta infatti nelle sale Usa il fantasmagorico Monster House. Presentato in anteprima mondiale pochi giorni fa al Festival di Annecy (cittadina dell’Alta Savoia), il film porta al centro della scena la tipica villetta diroccata di tanti horror-movie. Questa volta il «topos» della casa infestata da inquietanti presenze è un incubo affidato alle cure di una coppia stellare, Steven Spielberg e Richard Zemeckis. Con Monster House (per noi perfetta uscita a Halloween) i blasonati produttori esecutivi di Roger Rabbit e Ritorno al Futuro si sono divertiti ad affidare la guida di questo ottovolante dell’horror animato a un debuttante assoluto, il ventenne Gil Kenan.
«Sono uscito dritto dalla scuola di cinema, e mi ritrovo a firmare la regia di un film con questi mostri sacri» sottolinea lui. «Altro che incubo, è un sogno. Ho fatto passare il film davanti agli occhi di Spielberg e Zemeckis e anche grazie a loro ho tentato di aprire una porta verso l’impossibile, nella scia di film come Poltergeist».
In Monster House, Kenan dimostra di saper usare la macchina da presa con una libertà creativa e un controllo che ricorda la padronanza dello Spielberg di Duel, all’epoca debuttante sul grande schermo. Battezzato da un videomessaggio recapitato da Spielberg e Zemeckis da Hollywood, Monster House ha ricevuto dal pubblico di Annecy un’ovazione. La villetta suburbana affacciata su un tranquillo vialetto mantiene le promesse e i timori del titolo, perché davvero la casa-mostro respira e inghiotte chi le capita a tiro. I ragazzini protagonisti e gli spettatori vengono letteralmente scaraventati all’interno dell’incubo. Lieto fine senza graffi per tutti, in un pop-corn movie che intende sfidare gli altri kolossal dell’estate Usa. I personaggi sono realizzati con una tecnica che sembra evolvere verso più ampi registri espressivi il modo in cui erano stati tratteggiati i personaggi de Gli Incredibili Pixar: caricaturali, ma assolutamente credibili e attori a tutto tondo.

A prestare le voci originali ritroviamo la bionda Kathleen Turner, già Jessica Rabbit, perfetta nella parte della donna che anima la casa dell’orrore (e più non va detto per non svelare la trama dell’horror). Al suo fianco Steve Buscemi, uno dei preferiti dai fratelli Cohen.

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