Madeleine Fontaine & C.

Si tratta di quattro suore francesi della congregazione delle Figlie della Carità (quelle col cappellone bianco, fondate da s. Vincenzo de Paul). In origine erano in sette, ad Arras. Curavano gli ammalati e gestivano una scuola femminile. Ma scoppiò la rivoluzione e Arras era pur sempre la città di Robespierre. Ci faceva il bello e cattivo tempo Joseph Lebon, un ex sacerdote diventato sanculotto e salito in carriera nei ranghi rivoluzionari. Questi, che a quel tempo era commissario governativo, nel 1793 confiscò i beni delle suore e impose un direttore laico alla loro scuola. Le suore dovettero indossare abiti civili. Ma il peggio doveva ancora venire, perché era quello il periodo che fu poi chiamato dagli storici «il Terrore». La superiora, la settantunenne madre Madeleine Fontaine, fece fuggire in Belgio, travestite, le suore più giovani. Con lei rimasero suor Marie-Françoise Lanel, suor Marie-Thérèse Fantou e suor Jeanne Gérard. Le quattro religiose, poiché si rifiutarono di prestare il giuramento scismatico imposto dal governo rivoluzionario, vennero arrestate nel 1794 e portate a Cambrai, dove trovarono a giudicarle proprio Joseph Lebon. Naturalmente furono condannate a morte. L’ultima a salire sulla ghigliottina fu la superiora.

Questa, prima di porgere il collo al boia, si rivolse alla folla dicendo che loro quattro sarebbero state le ultime vittime della rivoluzione anticristiana. La profezia si avverò in meno di un mese. Nel luglio dello stesso anno fu Robespierre a perdere la testa sul patibolo e dopo qualche settimana toccò anche a Joseph Lebon.

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